Archivi categoria: Il Territorio

Descrizione e considerazioni sulla geologia, sulla morfologia del territorio. Eventi sismici e cartografia della zona di Pomarance ed Alta Val di Cecina.

TERREMOTO A POMARANCE

“Fenomeni naturali che si ripetono nella storia dei tempi”

Questo il concetto espresso dal prof. Barberi, uno dei maggiori esperti di vul­canologia, nel Consiglio Comunale aperto in piazza, promosso dall’Amministrazione Comunale di Pomarance sugli eventi tellurici registrati a Pomarance, Larderello, Montecerboli.San Dalmazio, dal 20 Marzo al 2 Aprile 1993.

Un fenomeno che ha destato preoccupa­zione negli abitanti del luogo tenendo im­pegnate le varie forze dell’ordine, la Pro­tezione Civile e l’Amministrazione Comu­nale, a dare assistenza e informazioni corrette ai cittadini.

Il Prof. Barberi al Consiglio Comunale aperto

Spavento e preoccupazione per questi fe­nomeni naturali in una zona che non è considerata a grande rischio sismico e che ha visto per alcuni giorni molti citta­dini residenti a Larderello e Montecerbo­li.San Dalmazio e Pomarance, dormire al­l’aperto.

Il fenomeno tellurico, che ha raggiunto la massima magnitudo alle 21,48 di Saba­to 20/3 (2,8.Richter, V°-VI° grado della Scala Mercalli), a detta degli esperti non dovrebbe preoccupare più di tanto se le abitazioni sono costruite con normali ca­ratteristiche di resistenza, dato che vie­ne eslusa la possibilità che in questa zo­na si possano verificare fenomeni distrut­tivi di particolare gravità.

Un riferimento a quanto sopra accenna­to degli eventi che si ripetono lo possia­mo trovare da documentazioni archivistiche che sono state riportate in epoche di­verse, sino ai nostri giorni.

I primi dati storici del fenomeno tellurico nella zona di Pomarance sono riscontra­bili dalle pubblicazioni dello storico E. Mazzinghi sulla “Comunità di Pomaran­ce”. Elementi che hanno permesso agli esperti di trarre varie conclusioni statisti­che sulla conoscenza dei terremoti nella nostra zona almeno fin dai primi dell’ot­tocento.

Una delle prime scosse avvertite, e di par­ticolare gravità,tanto da essere annotata in una deliberazione comunale, risale al

17 dicembre 1802:

“In questa notte si sono sentite sei scos­se di terra”.

Il 25 Dicembre dello stesso anno la scos­sa si ripetè:

“..In questa mattina circa le ore 10 si è sentita una scossa terribile di terra non mai più sentita, ha fatto suonare la cam­pana dell’orologio e diversi campanelli, che à messo grande spavento e dopo ne sono venute due sole…’’.

Alcuni giorni più tardi, 30 dicembre 1802: “..la terra tutta la notte in moto tra picco­le e grosse scosse, si sono sentite nella notte da circa 20 scosse”.

La terra tremò anche nei primi giorni del­l’anno successivo:

  1. gennaio 1803:

Si odono scosse di terra…

  • Gennaio 1803:

“…seguitonno le scosse, si è per tre giorni tenuto esposto il S.S.Sacramento…”

Altri movimenti tellurici interessarono Po­marance ed il Volterrano il 18 ottobre 1804, il 2 maggio 1805,il 16 settembre 1806, il 2 aprile 1814 e 1’11 settembre 1822.

Una pausa tellurica si ebbe fino al 1842 e precisamente fino al 18 agosto. In que­sto dì, ed il 25 novembre dello stesso an­no, il fenomeno si ripetè con epicentro lo­calizzato tra Libbiano, Fosini, Serrazzano e Montecerboli. Notizie di altre scos­se sono registrate nelle delibere comunali di Pomarance dopo un’arco di 50 anni ed esattamente il 12 novembre 1893 in cui sono annotati notevoli danni alle abitazio­ni, tra cui il Municipio di Pomarance, che venne rinforzato con delle catene nei pun­ti più lesionati. Altre scosse di notevole intensità furono registrate il 21 marzo 1925, con una in­tensità del Vl° grado Mercalli nella zona di Larderello che subì altre scosse il 9 feb­braio 1930, il 16 novembre 1931, il 23 maggio 1932 ed il 1 febbraio del 1933. Più gravi furono le conseguenze del ter­remoto avvertito e ancora vivo nel ricor­do dei vecchi pomarancini, nel 1948 e 1949 con epicentro Lardello per una po­tenza tellurica del V°-VI° grado Mercalli. Ancora nel pomarancino si avvertirono scosse di una certa gravità nel 1970 ed esattamente il 19 agosto, come recita una relazione del tecnico comunale F.Bargelli in cui veniva descritta la zona più colpita nel territorio comunale che interessò i paesi di Lustignano e Serrazzano e dove vennero evacuate anche delle famiglie per le gravi lesioni riportate agli edifici. Questo evento del 1970,probabilmente il più forte ricordato (VII0 grado Mercal­li),ebbe come epicentro la zona di Lago Boracifero e provocò gravi danni anche a Monterotondo Marittimo.

Il Prof. Barberi illustra il fenomeno tellurico

CRONISTORIA
DEL SISMA DAL
20/3 AL 2/4 1993

L’inizio

È sabato 20 Marzo .Un pomeriggio appa­rentemente tranquillo in tutta la Val di Ce­cina. La maggior parte della gente sta ce­nando quando, alle 20,19 si avverte mol­to chiaramente una scossa seguita a bre­ve distanza da alte due, alle 20,27 e alle 20,33, tutte e tre registrate anche dall’i­stituto Nazionale di Geofisica. Si saprà
poi che alcuni ne hanno udite altre già nel pomeriggio e che la prima della serie è stata registrata dagli strumenti dell’Enel alle 14,49.

La scossa più forte

Dopo la scossa delle 20,33 (2,3/2,4 di ma­gnitudo della scala Richter) la gente ha cominciato a manifestare serie preoccu­pazioni, iniziarono le telefonate ai cara­binieri, ai vigili del Fuoco, all’Enel e ai re­ferenti del Comune, per avere notizie sul­l’evento che però non si era ancora ma­nifestato in tutta la sua forza.

Ma non tardò molto. Alle 21,48 un boato, seguito da una forte scossa, per fortuna durata solo pochi secondi, fece sussultare anche i più “indifferenti” e la gente di Po­marance, Montecerboli, Larderello e San Dalmazio si riversò nelle strade. A Castelnuovo si seppe successivamente che avvene più o meno la stessa cosa. La scos­sa fu sentita fino a Radicondoli, Volterra, Cecina e Livorno. L’osservatorio dell’I.N.G. (1st. Naz. Geofisica) la classificò a 3,5 gradi Richter, mentre i rilevatori del­l’Enel registrarono due eventi quasi con­temporanei con magnitudo 2,8 Richter.

La rete ENEL

La sofisticata rete sismica dell’Enel, com­posta da 26 stazioni di rilevamento spar­se in tutta l’area geotermica,installate ne­gli ultimi anni ’70 per il controllo della si­smicità legata alla reiniezione dei fluidi geotermici, classificò quella delle 21,48 il ventunesimo evento, con epicentro compreso fra la zona del Gabbro ed il centro abitato di Pomarance, a 5-6 Km. di profondità. In tutto la rete Enel ha re­gistrato poi 181 scosse, l’ultima delle qua­li alle 15,29 (ora solare) del 2 Aprile.

Allettamento della protezione civile

Fin da subito fu creato uno stretto colle­gamento tra la Stazione dei Carabinieri, il Corpo dei Vigili del Fuoco ed i princi­pali referenti del Comune, quindi fu aller­tata la Prefettura di Pisa che a sua volta mobilitò la Protezione Civile. Furono tra l’altro messe in preallarme strutture di Vo­lontariato della provincia ed anche fuori provincia. Anche l’Enel fu bersagliato di telefonate per conoscere le caratteristiche dell’even­to; queste misero in difficoltà i tecnici del centro sismico del Laboratorio di Larde­rello impegnati nella elaborazione e nel­l’interpretazione dei dati provenienti dal­le varie stazioni di rilevamento,emessi in pratica quasi ininterrottamente da Saba­to pomeriggio in poi.

Il Comune

Dopo una rapida consultazione tra i vari organi interessati fu deciso di creare un unico punto di riferimento e di coordina­mento, con sede nel Municipio che fu al­lo scopo immediatamente aperto e pre­sidiato 24 ore su 24, per una settimana, da amministratori e tecnici comunali; ciò

al fine di fornire precise notizie e indica­zioni alla gente, anche tramite un filo di­retto con l’Enel, onde evitare distorsioni dei fatti ed opposti eccessi, quali possi­bili sottovalutazioni o esagerate preoccu­pazioni. Gli stessi VV.FF. e Carabinieri, in continua perlustrazione del territorio, facevano riferimento al Comune portan­do notizie sulla situazione nei centri inte­ressati e confortando la gente con noti­zie precise sull’evolversi della situazione.

La stampa

Anche la stampa nei giorni del sisma ha giocato un ruolo sostanzialmente positi­vo in quanto ha fornito ai cittadini infor­mazioni generalmente corrette, contri­buendo alla non facile gestione del pro­blema. Questo va detto perchè purtrop­po spesso non è cosi, non sempre si pri­vilegia lo spirito di servizio verso il diritto dei cittadini ad una corretta informazio­ne. In questa occasione dobbiamo dare atto di questo spirito, favorito anche dal­le disponibilità deH’Amm.ne Comunale a fornire continue notizie e aggiornamen­ti,riconosciuto con reciprocità dagli stes­si corrispondenti giornalisti.

11 Prof. Barberi, la Regione Toscana e la Prefettura

La Domenica mattina alle 8, a meno di 12 ore dalla scossa principale, fu richiesto te­lefonicamente dal Sindaco alla Prefettu­ra, di convocare urgentemente un coor­dinamento tecnico-scentifico per valuta­re il fenomeno e decidere le necessarie misure da prendere, concordando per ciò di interpellare il Prof. Barberi, notoriamen­te uno dei massimi esperti di terremoti, Docente dell’università di Pisa, Dip. Scienze della Terra e membro dello stes­so Gruppo Nazionale Grandi Rischi il Prof.Barberi, rintracciato telefonicamente nell propria abitazione pisana verso le 1 di domenica 21, dimostrando grande responsabilità e sensibilità, assicurò al Sindaco ed alla Prefettura il proprio inte­ressamento. Chiese che gli venissero in­viati i dati in possesso dell’Enel e nel pri­mo pomeriggio si recò all’università per esaminarli insieme a quelli già in suo pos­sesso dall’I.N.G. Si rese disponibile quin­di ad una riunione in prefettura per le ore 12 di lunedi 22, che egli stesso preparò in collaborazione coi funzionari del dipar­timento Ambiente della Regione e che si effettuò in seguito presieduta dal Prefet­to stesso, Dott. A. MARINO.

(Dagli esiti di tale riunione fu emesso un comunicato stampa del Comune di Poma­rance alla popolazione locale che viene integralmente riportato a parte). Nel contempo l’Assessore all’Àmbiente E. Monarca, si mise più volte in contatto telefonico con il Comune, incaricando i tecnici della Protezione Civile di seguire il fenomeno come di competenza e prean­nunciando la sua personale partecipazio­ne al Consiglio Comunale aperto di mar­tedì 23 marzo 1993. Successivamente convocò una nuova riunione in Regione per fare il bilancio della situazione e de­cidere i provvedimenti successivi.

Il Prof. Scandone

La gente, il Consiglio Comunale in piazza

Comportamento esemplare quello della gente. Comprensibilmente preoccupati, molti hanno dormito fuori per qualche not­te, (in auto o in roulotte) facendo la spola con il Comune per avere notizie e poi ri­tornare ad informare i “compagni di sven­tura”. Molti si sono avvicendati al Presi­dio Comunale, mettendosi a disposizio­ne per ogni necessità ed offrendo in mol­ti casi una preziosa collaborazione. Par­ticolarmente efficace la partecipazione dei cittadini alla divulgazione capillare del comunicato emesso il pomeriggio del Lu­nedì 22/3 firmato dal Prof. Barberi e dal Sindaco G. Pacini, che ha contribuito non poco a tranquillizzare le persone.

Il Consiglio Comunale aperto allestito dai dipendenti comunali in poche ore, con grande impegno; uno scenario perfetto al­l’aperto, nella piazza antistante il muni­cipio, completo di tavoli, sedie, transen­ne, illuminazione, altoparlanti, lavagna lumisosa, tutto a disposizione degli illustri ospiti dai quali tutti ci attendevamo mag­giori certezze e rassicurazioni. Le quali non sono mancate e così la gente, dopo l’iniziativa, ha potuto dormire un pò più tranquilla. Il Prof. Barberi per primo, poi il Prof. Scandone e I’Arch. Ferrini,in pre­senza del Consiglio Comunale e dell’Assessore E. Monarca, hanno illustrato le nozioni scientifiche del fenomeno con grande semplicità, e con la precisa volon­tà di farsi capire dalla gente comune aiu­tandosi in questo con la proiezione di schede e diagrammi sulla lavagna lumi­nosa. Qualcuno l’ha definita una lezione universitaria di alto valore scentifico, fat­ta omaggio a tutti i cittadini che hanno manifestato apprezzamento per la rispo­sta delle istituzioni e le iniziative assunte in così breve tempo dall’inizio del sisma.

I danni

Molte sono state le segnalazioni di piccole lesioni, soprattutto negli edifici più vecchi; tuttavia, dopo un primo accertamento dei tecnici comunali e dei VV.FF. di Pisa, l’u­nica situazione che ha destato qualche preoccupazione è stata individuata nel palazzo comunale della ex Pretura, situa­to nel centro storico del capoluogo, in prossimità della “frana delle Grotte” già a suo tempo provocata da circostanze si­mili.

La preoccupazione, più che le lesioni agli immobili, peraltro lievi, derivava dalla in­stabilità geologica del terreno sottostan­te per il cui consolidamento sono peral­tro stanziati 500.000.000 di lire sulla Leg­ge 183 ed il Genio Civile di Pisa sta pre­disponendo i relativi progetti esecutivi. Cosicché a scopo precauzionale, veniva disposta l’evacuazione provvisoria dell’Ufficio di Collocamento e di 4 famiglie. Successivamente, dopo più approfonditi accertamenti statici e geologici effettuati da tecnici del Genio Civile ed a sisma or­mai esaurito, il provvedimento fu revoca­to e l’immobile è ritornato ad essere re­golarmente abitato.

Accertamenti, sismicità e censimento di vulnerabilità sismica degli edifici

Primo impegno operativo assunto dalla Regione Toscana fin dal primo incontro in Prefettura, e confermato poi al consi­glio comunale aperto del giorno succes­sivo, fu quello di avviare da subito una in­dagine a campione su varie tipologie di edifici presenti nei centri più colpiti e cioè a Pomarance, Montecerboli e San Dalma­zio. Cosi, già dal mercoledì 24/3, i tecni­ci della R.T. e del Genio Civile di Pisa raf­forzati da altri tecnici del Genio Civile di Livorno e Grosseto, hanno iniziato il la­voro in stretta collaborazione con l’Amm.ne Comunale. Scopo dell’indagi­ne: verificare il grado di vulnerabilità si­smica a cui sono soggette le nostre co­struzioni ed in base a questo individuare le possibili precauzioni da prendere. So­no stati esaminati una quarantina di edi­fici, per ciascuno dei quali è stata compi­lata una scheda a seguito di sopralluoghi ed esame di progetti, planimetrie ed al­tre documentazioni. Le schede sono sta­te poi elaborate presso il D.to Ambiente della Regione Toscana, d’intesa con il Gruppo Nazionale “Difesa dai Terremo­ti” del C.N.R. diretto dal Prof. Petrini. In una successiva riunione tenutasi pres­so la sede della Regione Toscana 1’8 Apri­le u.s., presenti tra gli altri l’assessore Mo­narca, l’arch. Ferrini, il prof. Petrini, il Co­mune di Pomarance, è stato fatto il pun­to della crisi sismica dopo 20 giorni, da cui è emerso quanto segue:

a) la zona geotermica mantiene le sue ca­ratteristiche di zona a “bassa sismicità”. Il prof. Petrini afferma che i Terremoti in Toscana non preoccupano certo a Poma­rance o Larderello, anzi a Larderello, per le sue caratteristiche storiche, se si tro­vassero alcune risorse per finanziare ade­guate ricerche, potrebbe diventare un la­boratorio strutturale valido per tutto il ter­ritorio nazionale;

b) a relazione sugli esiti del censimento di vulnerabilità sismica degli edifici deve essere ancora completata. Tuttavia, no­nostante il campione limitato dovuto a ca­renza di risorse e personale per l’indagi­ne, alcune indicazioni possono essere già evidenziate, in particolare il prof. Petrini ha ipotizzato a grandi linee una situazio­ne degli edifici in cui circa il 20% si collo­ca in una fascia di vulnerabilità molto bas­sa, il 60% in una fascia media e solo il restante 20% è nella fascia alta e cioè soggetta a conseguenze a fronte di ter­remoti simili. Se ne può dedurre che, non considerando la normativa sismica, in quanto trattasi di zona classificata non si­smica, si rende consigliabile l’individuazione di taluni accorgimenti, particolar­mente nei casi di ristrutturazione di vec­chi edifici, da individuare meglio al termi­ne degli studi indicati;

c) attività industriali dell’Enel, reiniezione, sismicità e controlli: su questi aspetti l’Amm.ne Comunale ha chiesto fin dal pri­mo incontro in Prefettura, un approfondi­mento scientifico delle correlazioni tra i fenomeni ed il ripristino di adeguati con­trolli esterni all’Enel. Sul primo aspetto, relazione reiniezione-sismicità, il prof. Pe­trini, pur confermando l’interpretazione già formulata dai proff. Barberi e Scan­done a favore del carattere naturale del fenomeno e quindi tendente ad esclude­re relazioni negative di causa-effetto con le attività Enel, ha assicurato ulteriori ap­profondimenti di analisi scientifiche in me­rito, da effettuare congiuntamente al Prof. Barberi e al Prof. Scandone.

Per quanto riguarda i controlli, al di là del­le competenze oggi Ministeriali, (’Asses­sore Monarca ha ipotizzato la ricostituzio­ne di un apposito gruppo di Lavoro, deli­berato dalla Giunta Regionale, non esclu­dendo di ripristinare la convenzione col C.N.R. per completare i controlli sugli aspetti energetici, idrici e sismici.

L’allora sindaco G. Pacini.

Conclusioni

Ogni esperienza è una lezione. Anche da una vicenda tragica si possono trarre spunti positivi. In questo caso che conlusioni possiamo trarne?

Senza enfasi e senza drammi. Con reali­smo.

Il Terremoto non si prevede e non si pre­viene, può ripetersi in ogni momento.La storia sismica della zona, così come ci è stata scientificamente illustrata, portereb­be ad escludere la possibilità che si veri­fichino eventi devastanti, di intensità su­periori a quelli che si sono già verificati. Simili eventi però possono ripetersi. E noi oggi siamo più preparati per affrontarli, più consci e consapevoli del fenomeno, più convinti della necessità, al di là di pre­scrizioni o imposizioni, di rafforzare le di­fese dei nostri edifici in ogni occasione uti­le (costruzioni o ristrutturazioni). Per il futuro quindi, continuiamo ad ap­profondire la nostra cultura e le nostre co­noscenze, a pretendere risposte e con­trolli, ma soprattutto ricordiamoci che ai problemi generali dobbiamo dare sempre risposte collettive e solidali. Solo così sa­remo tutti più garantiti.

Arch. Ferrini.

COMUNICATO DIFFUSO DAL COMUNE ALLA POPOLAZIONE E ALLA STAMPA COMUNE DI POMARANCE PISA

Si è tenuta alle ore 12 di stamani 22 Mar­zo 1993 in Prefettura a Pisa una riunione per esaminare la situazione connessa con la crisi sismica in atto nella zona di Po­marance. Alla riunione, presieduta dal Prefetto, hanno partecipato i Proff. F. Bar­beri e P. Scandone, il Sindaco e altri am­ministratori del Comune di Pomarance, funzionari della Regione Toscana, Dei Vi­gili del Fuoco e dell’Enel.

La sequenza è iniziata alle ore 14,49 del 20 Marzo ed alle ore 13 del 22 marzo si erano registrate un totale di 105 scosse. L’epicentro è spostato di pochi Km. a su­dest del paese di Pomarance. La massi­ma magnitudo è stata registrata alle 21,48 del 20 marzo (intorno a 3 scala Richter corrispondente ad una intensità Mercalli del V° grado).

Sette eventi hanno avuto una magnitudo compresa tra 2 e 2,8, l’ultimo dei quali re­gistrato alle ore 1,54 del 22/3 .

Tutte le scosse hanno una magnetudo in­feriore a 2. L’esame della Sismicità stori­ca dell’area indica che una crisi sismica simile all’attuale è avvenuta alla fine del 1802, con 33 scosse avvertite, massima intensità pari al V° grado, epicentro pres­so Pomarance, durata 17 giorni. Altre se­quenze minori sono avvenute nel 1934 (14 scosse, intensità massima V° grado, epicentro Larderello, durata 1 giorno) e nel 1946 (8 scosse, intensità massima Vl° grado, epicentro Larderello-Pomarance, durata 2 giorni).

Si sono poi avute nella zona scosse iso­late con massima intensità del Vll° gra­do (Agosto 1970) e altre sette scosse con massima intensità del Vl° grado. Più energetici (intensità massima del VII°-Vili0 grado) tre terremoti avvenuti nella zona di Travale molti anni fa, nel 1501, 1502 e 1724.

Nel’insieme la sismicità dell’area appa­re modesta tanto che il Comune di Poma­rance non è classificato come sismico. Sulla base di questi dati si può concludere che la sequenza sismica in atto può con­tinuare ancora per alcuni giorni, ma è po­co probabile che venga superata l’inten­sità del V°- Vl° grado. Una tale intensità all’epicentro non può provocare alcun danno ad edifici con normali caratteristi­che di resistenza. Possono essere dan­neggiate solo le costruzioni fatiscenti. Allo scopo di valutare la vulnerabilità si­smica degli edifici di Pomarance, la Re­gione Toscana, d’intesa con il Gruppo Nazionale per la Difesa dei Terremoti del CNR, realizzerà un intervento urgente con squadre di tecnici specialisti. Da un esame preliminare dei dati presentati dal­l’Enel sembra potersi escludere ogni re­lazione di causa effetto tra la crisi sismi­ca attuale e le operazioni industriali al campo geotermico di Larderello.

In ogni caso sono stati richiesti all’Enel tutti i dati in questione che verranno esa­minati approfonditamente nei prossimi giorni. Martedì sera si terrà a Pomaran­ce un incontro dei proff. Barberi e Scan­done e i funzionari della Regione Tosca­na con il consiglio Comunale e la Popo­lazione, nel quale verranno illustrate le ca­ratteristiche della crisi sismica e le misu­re di intervento già decise.

Prof. BARBERI – Sindaco G. PAONI

Il Direttore Responsabile J. Spinelli e la Reda­zione in collaborazione con il Sindaco Grazia­no Pacini

Grafico del sisma dal 20 marzo al 2 aprile 1993

Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.

LA NOSTRA ZONA DURANTE LE ERE GEOLOGICHE

Schizzo paleogeografico del Nord-Italia nel Tortoniano (ca.10 milioni di anni). In marrone le aree emerse, dal grigio chiaro al grigio scuro i mari a profondità crescente. (da Vai, 1988)
Schizzo paleogeografico del Nord-Italia nel Messimano medio (ca.6-5,5 milioni di anni).In marrone le aree emerse,in verde i laghi salmastri, dal rosa al viola i depositi evaporitici di profondità crescente. (da Vai, 1988)
Schizzo paleogeografico del Nord-Italia nel Messiniano superiore (ca. 5 milioni di anni). In marrone le aree emerse, in rosa i depositi evaporitici, dal verde chiaro al verde scuro i laghi salmastri di profondità crescente. (da Vai,1988)
Il Mediterraneo nel Messiniano
Schizzo paleogeografico del Nord-Italia nel Pliocene inferiore (ca.4 milioni di anni). In marrone le aree emerse, in verde chiaro i laghi, in verde scuro i bassifondi carbonatici, dal grigio chiaro al grigio scuro i mari di profondità crescente. (da Vai, 1988)
Schizzo paleogeografico del Nord-Italia nel Pleistocene (ca.0,5-1 milione di anni). Legenda come in Pliocene inferiore(da Vai, 1988)
l’Italia durante il Pliocene
l’Italia durante l’ultima glaciazione(Wurm)
Le Alpi durante le glaciazioni
Arcipelago toscano nel Pliocene inferiore
Carta paleogeografica della Toscana centrale nel Quaternario