Video introduttivo della rappresentazione del Rione Gelso nel Palio Storico delle Contrade anno 2005.
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Descrizione sulle manifestazioni culturali e sportive della zona di Pomarance ed Alta Val di Cecina.
POMARANCE – FIERA DEL BESTIAME
IL GIOCO
UN LUOGO CARO Al POMARANCINI
In via dei Fossi a nord est di Pomarance, dietro la chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, vi è un’area di proprietà comunale, adibita attualmente a parcheggio, che è conosciuta dai pomarancini con il semplice nome di “GIOCO” . Questo appellativo in verità non è del tutto esatto: il suo vero nome, risultante da alcune piantine catastali del periodo leopoldino (1830), era “GIUOCO del PALLONE” indicante che il “calcio” ha un’antichissima tradizione in Pomarance.
Probabilmente giocato dai pomarancini fin dal 1500, è certo che venne praticato sin dalla prima metà del ’700 all’interno del castello di Pomarance prima di essere trasferito dietro la chiesa parrocchiale (1780) per le continue lamentele degli abitanti della contrada di Petriccio (attuale Piazza de Larderei) a causa dei danni arrecati alle loro abitazioni da tale gioco. Molto simile al “Calcio fiorentino” , disputato su di un terreno rettangolare tra squadre che si contendevano la palla usando mani e piedi, assumeva talvolta particolari aspetti di violenza che determinarono la volontà delle Magistrature del Comune di rimuoversi dalla contrada di Petriccio il giuoco del pallone e della palla..’” come da una lettera del Confaloniere Franco Incontri (20 sett. 1779) in cui si invitava il Magistrato a “…destinare altro luogo, dove poter esercitarsi in tale giuoco senza disturbo degli abitanti circonvicini” (1).
In questo periodo vennero proposti all’attenzione delle magistrature tre luoghi: “…in primo luogo il posto dietro i fossi, (attuale via dei Fossi) ove levandosi a spese comunitative li scarichi che vi sono, e togliendosi le piante dei gelsi che siano di impedimento, può ridursi luogo atto e capace per il giuoco………. in secondo luo
go il campo del Treppiede di proprietà del Sig. Can. e Andrea Falchi in terzo luo
go la Cella di proprietà della Chiesa Arcipretale ” .
Nello stesso periodo venne indicato anche un altro posto detto “Campo al Zolfo” di proprietà della Compagnia di S. Gio distante da Pomarance circa un tiro di schioppo. (2)
La scelta ricadde sul luogo dietro i fossi che era anche stato destinato da S. A.R. per la realizzazione del nuovo cimitero in seguito costruito presso la cappella di S. Rocco nel 1789 (attuale Parco della Rimembranza). Questa area fu ben accetta dai giocatori stessi come rilevasi da una deliberazione del 1779 in cui: “sentito che i giocatori desideravano il posto dietro i fossi fu proposto, di quello destinarsi, per non aver altro luogo in proposito…” (3).
L’inizio dei lavori avvenne attorno al 1780 dopo la redazione di un chirografo da valere come contratto tra il Sig. Franco di Pietro Guglielmo Biondi ed il Comune per la cessione di alcuni mori (gelsi) da abbattere per fare lo “spiano” del campo da gioco in cui il Biondi si obbligò con l’indennizzo di lire 154 a: “…non molestare ulteriormente…detta comunità…” per qualunque ulteriore spesa che poteva verificarsi in futuro (4).
Fu costruita così anche la scala presso il vicolo del Muraccio per agevolare il passaggio dei giocatori dal Castello a questo luogo.
All’inizio questo sito fu ritenuto, dagli uomini di
comune, adatto e abbastanza tranquillo per lo svolgimento di questo gioco, ma
ben presto anche qui insorsero degli inconvenienti. Infatti nel settembre del
1780 vennero stanziate dal Comune: “…lire trenta ai giocatori del pallone
per riparare la vetrata del Coro della Chiesa
Arcipretale soggeta a rompersi stante il giuoco di detto pallone costruito
dietro il medesimo….” (5).
Anche attorno al 1801 questi inconvenienti non cessarono; in questo periodo risultarono altre lagnanze rivolte alle magistrature del comune da parte di cittadini che avevano le loro abitazioni nei pressi del “Gioco del Pallone” come ad esempio i figli del Sig. Giovanni Buroni che “…si trovavano minacciati dai giocatori che non vedendosi rendere i palloni dalla loro madre, spesso iniziavano la scalata del muro…. ingiuriando la detta madre con parole offensive….e facendogli dei danni nei beni stabili come forzare la porta della casa con percosse e legni ” (6).
Dai primi del ’900 fino al dopoguerra l’area del “Gioco” fu pure utilizzata dai giovani pomarancini come luogo di ritrovo per i loro giochi e divertimenti. Secondo il racconto dei più anziani era lì che si giocava al tamburello, alle bocce, alle biglie di terracotta ed anche alla “trottola” di cui si ricordano ancora abili giocatori che scalzi ed in pantaloni corti davano prova di abilità nel far girare più velocemente le trottole generalmente costruite dai locali falegnami Bonucci (detti Falugi) e Pini, i quali le tornivano con grande maestria.
Il “Gioco” fu riutilizzato per il calcio nel 1927 quando il figlio dell’avvocato Coutret (detto il Signorino) acquistò a sue spese delle magliette color amaranto e costituì la prima squadra di Pomarance formata da giovani pomarancini come Mario Pini e Vittorio Baldini detto l’Abbaia.
Qui si disputarono partite amichevoli e non fino al 1935 anno in cui il “Gioco” lasciò il suo posto di campo ufficiale al sottostante “Piazone delle Fiere” ; ed è lì che la squadra del Pomarance ha giocato fino agli ultimi anni del 1960 per passare poi in una delle più belle strutture sportive della Val di Cecina: lo Stadio Comunale.
Spinelli Jader
NOTE BIBLIOGRAFICHE
- Archivio Storico Comunale Pomarance, F. 210, c. 158 r. e v.
- A. S. C. P„ F. 126, c. 12 r.
- Ibidem, c. 23 r.
- A. S. C. P„ F. 35
- Comunità di Pomarance anno IV n° 1, 1971, Rievocazioni Storiche E. Mazzinghi. A. S. C. P„ F. 715, c. 1227 r.
Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.
IL PALIO DI POMARANCE 1993
UN VIZIO DEI POMARANCINI
E anche quest’anno il Palio è stato fatto: sia per quelli che ancora continuano a crederci sia per chi ormai non ci crede più. Le quattro contrade infatti sono ancora una volta scese in piazza ed hanno dato quanto per loro è stato il massimo dare, anche se in altri anni hanno esplicato in maniera più elevata la loro potenzialità.
Il CENTRO con il tema “Sognando”, ha creato uno spettacolo che ci aiuta a dare ancora una volta importanza alle favole ed ai sogni. Sul loro palco infatti hanno preso anima i personaggi del grande Disney, simboli di sogni e di fantasie.
Il PAESE NOVO, con “La terra del vicino è sempre più grassa” ha saputo fondere un classico comportamento umano, quale quello espresso nel proverbio, con una grande tradizione della nostra zona: l’alabastro.
Il GELSO, con “Anni Coraggiosi”, ha fatto rivivere a tutti noi anni di storia moderna, ma non una storia qualunque, ma la nostra storia e quella del nostro teatro, accompagnata da musica, balli e arte.
Infine il MARZOCCO con la “Bilancia della vita” con la quale ha voluto soppesare fantasia e realtà nelle azioni umane ed in particolar modo nelle azioni di Don Chisciotte della Mancia.
Anche quest’anno il Palio, eseguito con grande carisma e personalità artistica dalla Signora Emma Biondi della Striscia. è stato assegnato alla contrada del PAESE NOVO.
E nonostante le polemiche il Palio è ancora vivo; cosa lo dimostra? La vita tra le righe di un articolo di una nostra contradaiola, che quest’anno non ha neppure vinto, ma comunque sia sente vivo dentro di se il battito del Palio:
“Nessuno può negare di essere in qualche modo legato alla propria terra d’origine, poiché è un legame troppo forte, direi quasi animale, che radica l’individuo alla sua sfera naturale. E tanto più se questa parte di terra ha una bandiera, un colore, un simbolo e un’anima rionale. Impossibile rinunciare a tutto ciò !!! Ebbene si, potremmo definire il Palio come un vizio, uno dei peggiori vizi a cui un individuo quando si è attaccato non può più rinunciare: per la sua carica emotiva e coinvolgente, per le sensazioni che provoca, per le delusioni e per i momenti di follia che riesce a dare.
Il Palio è cibo di competizione che si condensa in teatro, costituito da una prassi regolare che scandisce il tempo dell’anno nell’attesa di un nuovo Palio. Maggio: “l’idea deve essere partorita. Sarà valida? Ma gli altri chi sa cosa faranno? Ne siamo certi : quest’anno vinceremo!”
Giugno: “Su forza, i primi preparativi: i progetti, il copione, le musiche.” Luglio: “Firenze, stoffe, colori, velluti, damaschi, pietre.”
Agosto: prove, prove, prove.
Settembre: “E gli altri? Dai vinceremo! Il progetto, le stoffe, le pietre, le prove, le musiche.” Gli uomini martellano, le donne cuciono e ricamano ed i ragazzini?
I ragazzini si insultano e fanno pronostichi sulla vittoria.
Le strade si vestono di colori e nell’aria non si respira altro che competizione e amore, un amore per il propio simbolo, insomma, in poche parole, odore di Palio. I° Domenica di settembre: le campane della chiesa suonano “a festa” ed i capitani da parata vanno all’altare a prendere la benedizione del parroco di fortuna e felicità per la propia contrada ed in tutti cresce ancora di più l’ansia dell’attesa. Vigilia del Palio: gli animi si accendono, la stanchezza prende il sopravvento, ma …. vinceremo!!!
Seconda Domenica di settembre: E’ il Palio: rullo di
tamburi, squillo di chiarine ed il sole del 2000 che batte e rende lucente lo
splendido velluto dei vestiti medioevali, quasi a farci ricordare quanto la
nostra cultura affondi le sue origini
in quella che una volta fu la misteriosa e rude Toscana medioevale.
Centro, Paese Novo, Gelso, Marzocco. Marzocco, Centro, Paese Novo, Gelso. Gelso, Marzocco, Centro, Paese Novo
Tra musiche, applausi, colpi di scena e attese i palcoscenici si chiudono ed ora la vera attesa: il verdetto.
La sera il piazzone brulica di gente. Arriva il sindaco, è adrenalina, è adrenalina pura quella che prende il volo dai corpi di tutti quegli individui che sono li, che tremano, piangono e amano ”11
Palio mille e novecento……. “ ma come
sappiamo “3 contrade perdono e una vince e sono più quelle che perdono che quelle che vincono”. Quindi i vincitori esultano e i perdenti affermano: “Ce l’hanno rubato”.
Ma ciò che ha vinto è stato il teatro, l’arte e l’amore per la propria bandiera e alla faccia di chi odia il nostro Palio e le nostre bandiere “per forza o per amore lo dovete rispettò!!”
“Presto è maggio, un nuovo Palio ci aspetta, un’altra idea deve essere partorita e poi giugno e poi luglio e poi e
poi e poi…”.
Una Contradaiola
Come di consuetudine porgiamo i nostri più sinceri auguri di Buon Natale e Buone feste, da parte del Comitato di redazione, a tutti i lettori, agli inserzionisti, agli amministratori pubblici e a tutti coloro che fanno vivere e continuare questa pubblicazione, fiore all’occhiello di Pomarance.
È stata veramente una faticata riuscire a coordinare il lavoro editoriale dal mese di Giugno a Ottobre e stampare i 4 numeri; per questo, siamo ancor più gratificati in barba a chi, o a coloro, che credevano di ostacolarci nell’impresa. Non abbiamo certamente lavorato nelle migliori condizioni, visti i tempi ristretti, per reperire i testi e consegnarli in tipografia; per questo va un mio ringraziamento ai collaboratori della rivista che si sono dati da fare per consegnarci in tempi utili i loro elaborati.
Siamo comunque soddisfatti per aver mantenuto fede agli impegni che ci eravamo assunti, come consiglieri della Associazione “Pro Pomarance”, di continuare questa rivista che è sempre più apprezzata dai nuovi lettori.
Sicuramente non ci saremmo riusciti se oltre a tante chiacchiere e prosopopee, non ci fossero state al nostro interno persone disponibili e responsabili che si sono impegnate più di altre a far continuare questa rivista come i fratelli Tifoni ed il Bongi. Ma un saluto particolare è doveroso a colui che volle anni fa la rinascita di questa rivista, che mi è sempre stato vicino per utili consigli e sempre pronto a incoraggiarmi nei momenti più difficili.
Saremo di nuovo in edicola anche il prossimo anno continuando l’inserto del Sillabario, foglio di Poesia e Letteratura, che sta riscontrando consensi notevoli tra i nostri lettori.
Ma…, lasciamo spazio ai nostri collaboratori; e….buona lettura!
Il Direttore Responsabile deleg.J. Spinelli
Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.