IL PALIO DI POMARANCE 1993

UN VIZIO DEI POMARANCINI

E anche quest’anno il Palio è stato fatto: sia per quelli che ancora continua­no a crederci sia per chi ormai non ci crede più. Le quattro contrade infatti sono ancora una volta scese in piazza ed hanno dato quanto per loro è stato il massimo dare, anche se in altri anni hanno esplicato in maniera più elevata la loro potenzialità.

Il CENTRO con il tema “Sognando”, ha creato uno spettacolo che ci aiuta a dare ancora una volta importanza alle favole ed ai sogni. Sul loro palco infatti hanno preso anima i personaggi del grande Disney, simboli di sogni e di fantasie.

Il PAESE NOVO, con “La terra del vicino è sempre più grassa” ha saputo fondere un classico comportamento umano, qua­le quello espresso nel proverbio, con una grande tradizione della nostra zona: l’alabastro.

Il GELSO, con “Anni Coraggiosi”, ha fatto rivivere a tutti noi anni di storia moderna, ma non una storia qualunque, ma la nostra storia e quella del nostro teatro, accompagnata da musica, balli e arte.

Infine il MARZOCCO con la “Bilancia della vita” con la quale ha voluto soppe­sare fantasia e realtà nelle azioni umane ed in particolar modo nelle azioni di Don Chisciotte della Mancia.

Anche quest’anno il Palio, eseguito con grande carisma e personalità artistica dalla Signora Emma Biondi della Stri­scia. è stato assegnato alla contrada del PAESE NOVO.

E nonostante le polemiche il Palio è ancora vivo; cosa lo dimostra? La vita tra le righe di un articolo di una nostra contradaiola, che quest’anno non ha neppu­re vinto, ma comunque sia sente vivo dentro di se il battito del Palio:

“Nessuno può negare di essere in qual­che modo legato alla propria terra d’ori­gine, poiché è un legame troppo forte, direi quasi animale, che radica l’indivi­duo alla sua sfera naturale. E tanto più se questa parte di terra ha una bandiera, un colore, un simbolo e un’anima riona­le. Impossibile rinunciare a tutto ciò !!! Ebbene si, potremmo definire il Palio come un vizio, uno dei peggiori vizi a cui un individuo quando si è attaccato non può più rinunciare: per la sua carica emotiva e coinvolgente, per le sensazio­ni che provoca, per le delusioni e per i momenti di follia che riesce a dare.

Il Palio è cibo di competizione che si condensa in teatro, costituito da una prassi regolare che scandisce il tempo dell’anno nell’attesa di un nuovo Palio. Maggio: “l’idea deve essere partorita. Sarà valida? Ma gli altri chi sa cosa faranno? Ne siamo certi : quest’anno vin­ceremo!”

Giugno: “Su forza, i primi preparativi: i progetti, il copione, le musiche.” Luglio: “Firenze, stoffe, colori, velluti, damaschi, pietre.”

Agosto: prove, prove, prove.

Settembre: “E gli altri? Dai vinceremo! Il progetto, le stoffe, le pietre, le prove, le musiche.” Gli uomini martellano, le don­ne cuciono e ricamano ed i ragazzini?

I ragazzini si insultano e fanno pronosti­chi sulla vittoria.

Le strade si vestono di colori e nell’aria non si respira altro che competizione e amore, un amore per il propio simbolo, insomma, in poche parole, odore di Palio. I° Domenica di settembre: le campane della chiesa suonano “a festa” ed i capi­tani da parata vanno all’altare a prende­re la benedizione del parroco di fortuna e felicità per la propia contrada ed in tutti cresce ancora di più l’ansia dell’attesa. Vigilia del Palio: gli animi si accendono, la stanchezza prende il sopravvento, ma …. vinceremo!!!

Seconda Domenica di settembre: E’ il Palio: rullo di tamburi, squillo di chiarine ed il sole del 2000 che batte e rende lucente lo splendido velluto dei vestiti medioevali, quasi a farci ricordare quan­to la nostra cultura affondi le sue origini
in quella che una volta fu la misteriosa e rude Toscana medioevale.

Centro, Paese Novo, Gelso, Marzocco. Marzocco, Centro, Paese Novo, Gelso. Gelso, Marzocco, Centro, Paese Novo     

Tra musiche, applausi, colpi di scena e attese i palcoscenici si chiudono ed ora la vera attesa: il verdetto.

La sera il piazzone brulica di gente. Arriva il sindaco, è adrenalina, è adrena­lina pura quella che prende il volo dai corpi di tutti quegli individui che sono li, che tremano, piangono e amano    ”11

Palio mille e novecento……. “ ma come

sappiamo “3 contrade perdono e una vince e sono più quelle che perdono che quelle che vincono”. Quindi i vincitori esultano e i perdenti affermano: “Ce l’hanno rubato”.

Ma ciò che ha vinto è stato il teatro, l’arte e l’amore per la propria bandiera e alla faccia di chi odia il nostro Palio e le nostre bandiere “per forza o per amore lo dovete rispettò!!”

“Presto è maggio, un nuovo Palio ci aspetta, un’altra idea deve essere parto­rita         e poi giugno e poi luglio e poi e

poi e poi…”.

Rione Centro: “Sognando “.
Rione Paese Novo: “L’erba del vicino è sempre più grassa”.
Rione Gelso: “Anni… coraggiosi”
Rione Marzocco: ‘La bilancia della vita”

Una Contradaiola

Come di consuetudine porgiamo i nostri più sinceri auguri di Buon Natale e Buone feste, da parte del Comitato di redazione, a tutti i lettori, agli inserzioni­sti, agli amministratori pubblici e a tutti coloro che fanno vivere e continuare questa pubblicazione, fiore all’occhiello di Pomarance.

È stata veramente una faticata riuscire a coordinare il lavoro editoriale dal mese di Giugno a Ottobre e stampare i 4 nu­meri; per questo, siamo ancor più grati­ficati in barba a chi, o a coloro, che credevano di ostacolarci nell’impresa. Non abbiamo certamente lavorato nelle migliori condizioni, visti i tempi ristretti, per reperire i testi e consegnarli in tipografia; per questo va un mio ringra­ziamento ai collaboratori della rivista che si sono dati da fare per consegnarci in tempi utili i loro elaborati.

Siamo comunque soddisfatti per aver mantenuto fede agli impegni che ci era­vamo assunti, come consiglieri della Associazione “Pro Pomarance”, di con­tinuare questa rivista che è sempre più apprezzata dai nuovi lettori.

Sicuramente non ci saremmo riusciti se oltre a tante chiacchiere e prosopopee, non ci fossero state al nostro interno persone disponibili e responsabili che si sono impegnate più di altre a far conti­nuare questa rivista come i fratelli Tifoni ed il Bongi. Ma un saluto particolare è doveroso a colui che volle anni fa la rinascita di questa rivista, che mi è sem­pre stato vicino per utili consigli e sem­pre pronto a incoraggiarmi nei momenti più difficili.

Saremo di nuovo in edicola anche il prossimo anno continuando l’inserto del Sillabario, foglio di Poesia e Letteratura, che sta riscontrando consensi notevoli tra i nostri lettori.

Ma…, lasciamo spazio ai nostri collabo­ratori; e….buona lettura!

Il Direttore Responsabile deleg.J. Spinelli

Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.

Lascia un commento