MONS. VEZIO DELL’OMO

RICORDO NEL 5° ANNIVERSARIO DELLA MORTE

Da tempo questa rivista “La Comunità di Pomarance” ha preso la bella iniziati­va di ricordare i nostri paesani più signi­ficativi per riproporli a chi li ha conosciuti e per farli conoscere ai nostri ragazzi e giovani che li sentono nominare.

Fra queste persone ha un posto di rilievo la figura di Mons. Vezio Dell’Omo dece­duto il 15 settembre 1984 dopo breve ma­lattia, a seguito di una operazione chirur­gica.

Ma chi era Mons. Vezio? La risposta più scontata e immediata mi sembra questa: era un nostro concittadino, un autentico e vero pomarancino, molto attaccato al paese dove era voluto tornare ad abitare. Mons. Vezio era nato, infatti, a Pomaran­ce il 18 giugno 1910 figlio di Giovanni e di Dei Teresa. A 12 anni era entrato nel Seminario Vescovile di Volterra ove il 17 marzo 1934 fu ordinato sacerdote da Mons. Dante Maria Munerati. Il giorno successivo, domenica 18 marzo 1934, ce­lebrò la sua prima Messa Solenne all’al­tare maggiore della nostra Chiesa Parroc­chiale attorniato da familiari e paesani. Proprio perché molto attaccato alla sua Chiesa ed alle tradizioni, allorché scade­vano i cinquanta anni di vita sacerdotale mi chiese espressamente di poter cele­brare la Santa Messa solenne delle sue NOZZE D’ORO SACERDOTALI proprio all’altare maggiore, nella forma liturgica con la quale l’aveva celebrata in quel pri­mo giorno.

Appena sacerdote, il 23 maggio 1934 fu nominato parroco di Sant’lppolito ove, ol­tre al ministero sacro, svolse la funzione di maestro. Gli anziani di quei luoghi ri­cordano ancora di aver appreso le prime nozioni da questo sacerdote-maestro.

Con Bolla Vescovile del 17 marzo 1942, Mons. Vezio fu trasferito alla Parrocchia di Sasso Pisano ed infine, il 3 aprile 1951, fu nominato Priore di Sant’Agostino a Volterra. In tale Parrocchia è rimasto fino al 1 settembre 1980: il Vescovo aveva ac­cettato le dimissioni a seguito delle sue precarie condizioni di salute. Ma il dover lavorare per il Signore ardeva in lui. Per questo motivo dal 1981, fino al momento della sua morte, prestò servizio come Vi­cario Parrocchiale, nella limitrofa Parroc­chia di Libbiano ove ha profuso tempo, energie e passione per le opere artistiche li presenti che portò a restaurare.

Durante il periodo volterrano. Mons. Vezio fu chiamato a svolgere altri incarichi oltre a quello di parroco. Fu insegnante nel Seminario Diocesano (ricordo di aver ricevuto lezioni da lui nella scuola media); fu assistente diocesano della Gioventù Italiana di Azione Cattolica e degli Uomi­ni di Azione Cattolica. Il 31 luglio 1962 di­venne Direttore dell’ufficio Amministrati­vo Diocesano, un incarico che ha svolto sempre con grande impegno e scrupolo­sità perché, diceva, le cose che ammini­stro non sono mie, ma della Chiesa e quindi dobbiamo non solo conservarle, ma migliorarle.

Per il suo impegno e donazione alla Chie­sa, il 31 ottobre 1958 fu associato al Ca­pitolo della Cattedrale di Volterra con il titolo di Canonico Primicerio e, a seguito della sua rinuncia a Priore di Sant’Ago­stino, fu elevato alla dignità di Canonico Proposto. Con questa onorificenza tornò in mezzo a noi venendo ad abitare con i suoi pa­renti in Via XXV Aprile, dando una mano anche in Parrocchia per le Confessioni e le Sante Messe.

Mons. Vezio che da piccolo era tanto vi­vace, da adulto era divenuto di una pre­cisione e puntualità eccezionali. Si pote­va stare tranquilli che quando diceva una cosa, la portava a termine.

Ma il suo carattere “pomarancino” era ri­masto ben vivo anche sotto la veste tala­re. Infatti, con fare e dire arguti, narrava episodi “di quei tempi” e ricordava i “vec­chi pomarancini” con ilarità e con i so­prannomi che allora, ma anche oggi, si usavano.

Il “suo Pomarance” lo aveva sempre nel cuore e per questo ha voluto ritornarvi e qui è stato sepolto nella Cappella del Ci­mitero accanto al suo Proposto Don Car­lo Balsini e a Mons. Giulio Paoletti.

Sulla tomba, semplice come era di carat­tere, vi è una sua fotografia rivestito dei paramenti sacerdotali e una breve scrit­ta: MONS. VEZIO DELL’OMO, CANONI­CO DELLA CATTEDRALE.
Una vita spesa per la Chiesa Volterrana, un attaccamento alla sua Chiesa Pomarancina.

Pontificale di S.E. Card. Luigi Capello

Desidero terminare questo articolo con un ricordo personale. Appena fui eletto Pro­posto di Pomarance, mentre ancora nes­suno conosceva la mia nomina, mi per­venne una sua lettera con la quale, da Po­marancino, dava il benvenuto al suo nuo­vo Proposto. Quel gesto mi fece impres­sione e piacere.

Ora dal Cielo, con il suo fare arguto e fa­ceto, certamente ci ricorderà tutti, nome per nome e noi desideriamo ricordarlo an­cora. a distanza di cinque anni dalla sua morte, con la gioia sul volto come lo ve­demmo nel giorno delle sue NOZZE D’O­RO SACERDOTALI, mentre, con animo giovanile e lieto salì i gradini dell’altare di San Giovanni Battista che già gli prepa­rava la salita ai gradini della gloria eterna.

Don Piero Burlacchini

Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.

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