ULTIMI CENTO ANNI DI STORIA E TRASFORMAZIONI APPORTATE ALLA NOSTRA TORRE CAMPANARIA
Agli ultimi giorni del 1888 (cento anni fa), a seguito di insistenti voci sparse nel paese sulla precarietà del campanile della Chiesa di S. Giovanni Battista, il sindaco Biondi Bartolini Bartolino decide, insieme alla Giunta, di chiedere l’intervento di un ingegnere per scagionare le eventuali conseguenze.
Dall’Archivio Parrocchiale possiamo essere informati sul sopraluogo effettuato dallìng. G. Guerrieri di Volterra nel quale si riporta la perizia in cifre elencando dettagliatamente i lavori occorrenti al risanamento di detta torre. L’ammontare della cifra preventivata è di L. 395 e 58 centesimi all’epoca del dì 30 novembre 1888. Ripristinati i danni riscontrati, il campanile ritorna a richiamare con i rintocchi delle sue campane i fedeli presso la Chiesa.
Ma non per molto tempo; cinque anni dopo, il 19 novembre 1893 alle ore 13:20, durante l’imperversare di un temporale, un fulmine colpisce la sede campanaria rovinando gravemente tutta la struttura. Oltre all’abbattimento di due delle quattro campane, uno squarcio di rilevante misura pone il campanile in precaria stabilità.
Onde evitare supplementari disastri viene deciso l’abbattimento delle parti pericolanti ed il restauro dei tetti adiacenti, danneggiati dai detriti e dalle pietre franate dalla parte disastrata. Il provvedimento preso dal Comune mette subito in moto un gruppo di pomarancini che nel giro di pochi giorni, ad iniziare dal 24 novembre, rende accessibile anche la sacrestia.

Il provvedimento preso dal Comune mette subito in moto un gruppo di pomarancini che nel giro di pochi giorni, ad iniziare dal 24 novembre, rende accessibile anche la sacrestia.
Sotto la guida del muratore capo mastro Calderani Tobia e dei muratori Mori Michele e Tani Roberto, coadiuvati dai manovali Guiducci Alessandro, Maggi Giusto, Travaglini Emilio, Gamberucci Eugenio, Pineschi Abramo, Bargelli Roberto e Mori Gino, nel giro di una settimana di intenso lavoro anche i tetti sono sistemati. Contemporaneamente viene costruita una tralicciatura in ferro dal manescalco Pineschi Angelo dove porre le campane e poterle così suonare alla meno peggio. Il lavoro non mancò nemmeno ai legnaioli e per questo è Cesare Falcini che si accolla i lavori di restauro delle finestre e rimettere i vetri sbriciolati dalla folgore. Per tutto ciò abbiamo l’importo esatto in dettaglio dei lavori:
- per mano d’opera pagata al capo mastro Calderani Tobia lire 290 e 80 centesimi.
- per l’impalcatura metallica delle campane ed alcune catane di sostegno, ad Angelo Pineschi (fabbro) lire 478.
- a Cesare Falcini per restauri alle finestre lire 38.
- per tegole, embrici, pianelle, gronde, mattoni e calce forniti dalle fornaci del Biondi Bartolini e dal Baldi Giuseppe lire 322 e 65 centesimi.
- per travi e travicelli forniti da Mario Cercignani lire 160 e 98 centesimi.
Tutto viene saldato tramite l’Esattoria Comunale con firma dell’Esattore Fontanelli Augusto.
Eliminato il pericolo, pagati i debiti, si doveva cominciare a pensare ad un futuro campanile e per distribuire gli incarichi fu formato un Comitato presieduto dal Cav. Bartolino Biondi Bartolini. Venne così deciso di effettuare una raccolta di denaro tra i paesani per affrontare le perizie affidate, questa volta, all ’Architetto BelIincioni Ing. Luigi di Pontedera che presso il suo studio tecnico esegue i disegni. La raccolta delle offerte venne affidata al reverendo Don Giuseppe Bruscolini, Proposto della Parrocchia.
L’elaborazione dei progetti dell’lng. Bellincioni si alternava a sopralluoghi a Pomarance, sia per la constatazione della ubicazione della nuova opera, sia per i saggi al terreno dova si dovevano iniziare i lavori.
A prolungare il lavoro dell’ingegnere si frappose anche il lavoro di consulenza ai danni causati dal terremoto in moltissimi fabbricati della città di Firenze. Ma finalmente in data 29 maggio 1895 questi fa recapitare a Pomarance l’importo di spesa per la demolizione del vecchio campanile con indicato il recupero del pietrame da potersi riutilizzare nella nuova opera. Anche il comitato in questo periodo non si era fermato e, tramite persone di Pomarance residenti altrove, aveva messo in movimento gli uffici competenti per richieste di contributi. Si arrivò, tramite il concittadino Senatore Marco Tabarrini, al Guardasigilli per una istanza per un sussidio di un migliaio di lire, che poi fu accolto. Inoltre contratti e prestiti con distinti signori che si offrivano per questa occasione. proteste e ricorsi da parte di confinanti per danneggiamenti eventuali. Ciò comportò intralci e ritardi nonché beghe ed esigenti contropartite.
Dopo aver scorso un certo numero di carte da bollo da 10 centesimi filigranate con lo stemma sabaudo, si arriva alle decisioni sul “posizionamento” del campanile che dovrà essere eretto presso la casa posta nel gioco del pallone. Per questo locale abbattuto viene a pagarsi al sig. Giulio Biondi Bartolini un importo di lire 800, rimessegli tramite il curatore sig. Gallo Galli Tassi Bardini con i denari del fondo raccolto dalla pubblica sottoscrizione.
Risulta inoltre che le cifre si stanno concretizzando e da molti è accolta la petizione, come da elenchi esistenti.
Anche il Cav. Mario Bardini, già distintosi per la colossale opera dell’istituto del Sacro Cuore, offre la considerevole somma di lire 2000.
Riguardo alla demolizione della torre campanaria abbiamo una nota di pagamento stilata dall’esattore Dante Fontanelli, datata 29 giugno 1895, per un importo di lire 1312 e sessantotto centesimi. Finalmente il 29 luglio 1895 l’architetto Bellincioni è a Pomarance per staccare il lavoro sopra alla fondazione precedentemente gettata.
Non mancarono nemmeno discussioni per
L’incarico e la fiducia di Direttore dei lavori viene dato a Bonucci Carlo che con
- gruppo dei lavoranti affidatogli, ponendo pietra su pietra, cominciano a dar forma al capolavoro. Il campanile costruito in pietra tufacea tagliata nelle Cave delle Valli (Trossa) si ergerà per 42 m.
In una lettera inviata al presidente del comitato, l’ing. Bellincioni allega lo studio in scala 1:1 delle formelle allineate al quadrante dell’orologio nelle facce dove dovranno essere effigiati gli stemmi del Comune e della Parrocchia, onde il Bonucci possa riprodurre il lavoro su pietra. Conseguentemente esiste un’altra lettera dove si dice che sono continuate le ricerche per una immagine su medaglione della Madonna del Buon Consiglio e che finalmente viene riprodotto in calco da un lavoro deH’immortale Donatello, dal quale il Bonucci trarrà copia esatta.

I lavori procedono con evidente celerità e nel novembre del 1898 il direttore dei lavori Bonucci prende accordi con la ditta L. CARDINI di Siena, premiata Fabbrica di Parafulmini, per installare questo nuovo sistema di difesa onde scagionare il pericolo occorso all’altro campanile. Si arriva all’anno 1899, il campanile già si staglia nel cielo ad un’altezza molto più elevata del precedente. Tutti gli artigiani locali hanno incarichi per approntare il tutto in modo che per il 24 giugno, (data prescelta per l’inaugurazione) in occasione della festa di San Giovanni patrono della chiesa, non rimanga niente in sospeso. Una settimana prima dell’avvenimento tutto Pomarance, o meglio tutti i pomarancini, si fanno in quattro perchè i festeggiamenti rimangano memorabili.
Così il 24 giugno, come promesso, con un maestoso doppio suonato dalle quattro campane, dopo una processione straordinaria, viene officiata una Messa solenne concelebrata dal Vescovo e da molti sacerdoti venuti per l’occasione.
Gli operai, che sotto la direzione dell’Assistente Comunale Carlo Bonucci, hanno messo tutto il loro impegno, sono ora additati per il loro operato portato a compimento. I nomi di questi uomini passano per giorni e giorni in evidente nomina: si trattava di Zani Camillo, Cambi Silverio, Carlo Garfagnini, Anton Giuseppe Garfagnini, Antonio Niccolucci, Funaioli, Anichini, Pineschi, Tani, Corbolini ed altri. Nel pomeriggio i festeggiamenti si moltiplicano protraendosi sino a notte alta, che viene resa luminosa dalle migliaia di lampioncini a olio disseminati per tutte le strade.
Bande musicali venute da Volterra, Peccioli, Riparbella ed unite al nostro Corpo Filarmonico (denominato allora L’INDIPENDENTE) si alternano con marce e pezzi vari. Allietano la serata i canti e sonetti dedicati ai componenti il Comitato ed ai convenuti di riguardo.
Addobbi di straordinaria inventiva vengono sistemati ognidove; sulla piazza centrale, oggi De Larderei, viene issato un ponteggio che dal terrazzo del Palazzo Gardini passa all’altro del Biondi Onorato allo scopo di far salire le persone per vedere meglio la mole del nuovo monumento.
Banchetti, brindisi e qualche sbornia salutarono il campanile che nella sua forma dì tipo rococò destava stupore in tutta la zona. Non mancarono neppure le batute ironiche e scherzose anche nei giorni a seguire, come ad esempio si può ricordare quando ai giovani ragazi di bottega, gli artigiani locali, nelle calde giornate estive, li spedivano da Ruggero (bottega di generi alimentari ubicata in prossimità della chiesa nell’angolo della porta) a comperare tre soldi di OMBRA DI CAMPANILE, e questi con astuzia li rispediva in altra rivendita baffandosi dell’ingenuità del ragazzo, che poi finiva per rendersi conto del fatto che oltre ad un mestiere il loro principale gli insegnava anche a farsi furbo.
Anche lo stile architettonico e decorativo apparso in Francia alla fine del XVIII° secolo come evoluzione complessa e raffinata del barocco, e che si diffuse in tutta Europa, destò inizialmente perplessità, ma ben presto, prima che l’opera giungesse a termine, l’opinione aveva già accettato questa graziosa bizzarria. Il suono delle belle campane per anni richiama al paese in occasioni festose e lugubri, per eventi religiosi e civili, tutto il circondario. Arriviamo così all’ottobre del 1966 quando Mosignor Paoletti decide di eliminare le corde elettrificando le campane. Chiamata una ditta specializzata di Firenze, dopo aver calato le campane ed applicati gli ingranaggi ai mozzi di supporto, tramite dei congegni e delle pulsantiere si possono avere i suoni desiderati. Fu in tale occasione che si ebbe la possibilità di leggere le scritte in fusione poste su ogni campana.
Iniziando dalla GROSSA prospicente Piazza De Larderei:
PER FUSOREM MORENDI FLORENTINUM A.D. MDCCCXU
(per opera del fonditore Carlo Morendi fiorentino. L’anno del Signore 1841) NOTA: Parte del bronzo di questa campana sembra provenire dalle campane della Badia di San Galgano di Chiusdino. Per la mezzana e la piccola vi è una storia a sé che risale all’anno 1788, quando l’Arciprete Giò Batta Tabarrini fa rifondere le tre vecchie campane per farne almeno due con un timbro maggiore e dalle scritte si può appurare questa notizia, sulla Mezzana, visibile da Via Mascagni (così denomunata perchè delle quattro è quella di dimensioni intermedie):

PIO VI P.M. JOSEPHO II AUG. PETRO. LEOP. IA.A ETRM. D + A.D. MDCCLXXXVIII EPO. VOLAT J.B. TABARRINI ARCHIP. D.V.M.T. M.H.DD.GL. PAE. ALOY BONAMICI.
(al tempo di Pio Sesto Sommo Pontefice, di Giuseppe II Imperatore Augusto, di Pietro Leopoldo I Austriaco Granduca di Toscana, di Luigi Bonamici Vescovo Volterrano, l’anno del Signore 1788 Giovan Battista Tabarrini, Arciprete, dedicò questo monumento alla Vergine Madre di Dio come ricordo di gloria e di pace)
Sulla PICCOLA che guarda il Campo del Piazzone, verso la Rocca Sillana:
VOX TUA DULCIS IN AURIBUS ME IS + JOVANNE ATTAVANTI NOBILI COLLENSI PATRIM ECCLESIASTICI A.D. MDCCLXXXVIII
+ VOLAT. CURATORE
(al tempo di Giovanni Attavanti nobile Colligiano amministratore del patrimonio ecclesiastico volterrano l’anno del Signore 1788. La tua voce risuona dolcemente alle mie orecchie.)
La MISERICORDIA, prospicente la via dei Fossi, verso Berignone:FATTA COLLE OBLAZIONI DEI FRATELLI DELLA MISERICORDIA CAV. ADRIANO DE LARDEREL GOVERNATORE CARLO MORENDI FUSE IN FIRENZE L’AN. MDCCCLI (1851). continua la scrupolosa guida ai lavori di risanamento. Si inizia dall’apice, cioè dalla croce, che è stato necessario sostituire con una nuova costruita dalla ditta Bertoli di Pomarance, poi si procede all’ampliamento della gabbia del parafulmine studiato dall’ing. Barzotti Francesco di Larderello. Ovviamente il lavoro più grosso è affidato all’impresa edile Parenti Mauro & C. che eseguirà i lavori di smontaggio e sostituzione delle parti lesionate ed ammalate completando il tutto con una stuccatura con cementi plastici speciali, suturando le spaccature e collegando tutta la cupola tramite un intersecato perforamento in cui è stato colato questo speciale ritrovato. In seguito la ditta Ml-DA Srl di Guartierotti & Cerrioni, proveniente da Pistoia, appone con uno speciale solvente un trattamento consolidante a tutte le bozze tufacee. Contemporaneamente, sfruttando l’occasione della comodità del ponteggio, vengono sostituiti i mozzi di legno delle campane avendone riscontrato il necessario bisogno in quanto questo è risultato in avanzato deterioramento. Ad eseguire questa operazione straordinaria è stata chiamata la ditta Scarselli di Lastra a Signa specializzata in tali lavori.

Al momento di andare in macchina, i lavori, già a buon punto, seguono il loro corso e, salvo intralci atmosferici, nel giro di pochi giorni andranno atermine.
Le raccomandazioni, le suppliche, e l’incessante stimolo che il Proposto Don Burlacchini rivolge ai parrocchiani si spera che sia ripagato dal buon lavoro e che le cifre raccolte servano ad estinguere le rilevanti spese incontrate per questa straordinaria manutenzione al nostro campanile. Ci auguriamo inoltre che anche i ponteggi possano presto essere tolti e possiamo così risentire il suono delle nostre campane e, con i dovuti festeggiamenti si possa ritornare alla consuetudine per ogni tipo di evento, incluso quello dell’occasione del Palio Storico delle Contrade; quest’anno infatti su richiesta dell’Ass. Turistica e su straordinaria concessione della Amministrazione Comunale è stata suonata la campana della Torre Civica. A nome anche dell’Associazione Turistica e della Redazione di questa rivista, vada il ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito in qualsiasi forma alla conclusione di questi lavori, a cominciare da Don Piero che è stato il primo promotore di tale opera.
BIBLIOGRAFIA
- Archivio Parrocchiale Pomarance
- La Comunità di Pomarance – RIEVOCAZIONI STORICHE di E. Mazzinghi – Anno IX n° 1 1976.
Giorgio
Per anni ed anni (90 per l’esattezza), questo monumento, vanto di Pomarance, si staglia nel cielo. Purtroppo gli eventi atmosferici cominciano a deteriorare la pietra tufacea per cui, dietro constatazione di esperti, è stato ritenuto necessario un intervento di restauro.
Il 30 gennaio 1980 alcuni tecnici della Sovrintendenza ai Monumenti di Pisa, rilevarono seri danni ai colonnini della balaustra del terrazzino ed infiltrazioni di acqua piovana alla volta della sede campanaria. Dalla perizia risultò un evidente sfaldamento di alcune bozze tufacee all’arco campanario con un allentamento della volta.
Il parroco, Don Piero, preoccupato per il responso, rende noto alle autorità civili e religiose superiori la situazione della precarietà. Da questo si mette in movimento l’ingranaggio della macchinosa strada burocratica per gli aiuti di legge legati a questo tipo di interventi.
Le cifre stimate vengono rese note in misura di 140 milioni, compreso il montaggio dei ponteggi, ma esclusi gli imprevisti. Infine il 9 giugno presso la Canonica si sono riuniti oltre al Proposto don Piero, il Sig. Gabellieri Rag. Giorgio rappresentante della Sovrintendenza alle Belle Arti di Pisa, l’architetto Gasperini Franco, l’impresario Parenti Mauro, l’architetto Bargelli Florestano che sarà il curatore tecnico dei lavori e si sono accordati per dare inizio ai lavori. Nei primi giorni di luglio si provvede al montaggio dell’impalcatura metallica di ingabbiatura realizzata dalla ditta Gasperini di Bagni di Casciana; il Soprintendente alle Belle Arti, ing. Cecati, coadiuvato dall’architetto Bargelli,
Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.