La chiesa Parrocchiale di S. Giovanni Battista di Pomarance, nella quale si possono ammirare pregevoli opere d’arte, conserva tra le altre anche un’opera scultorea lignea, di indubbio valore artistico, raffigurante l’immagine del Gesù Crocifisso collocato attualmente sopra l’Altar Maggiore. Databile attorno al XIV secolo, anticamente si trovava collocato in un’altra chiesa denominata “Acquaviva”, compresa nel castello di Acquaviva detto anche di “Postignano”.
Il castello di ‘Acquaviva”, oggi alquanto diroccato, era un castelletto posto sulla sinistra del torrente Possera nei pressi di una polla di acqua naturale (da cui il nome di Acquaviva) a poca distanza dalla attuale “villa del Bulera”. Nei pressi di questo castello vi erano una fonte pubblica del comune di Ripomarance (XVI – XVII see.) ed alcune “conce” private situate dove sorge l’attuale invaso denominato “Lago del Bulera” costruito negli anni ’50 vicino al podere d’Acquaviva.

Il castello di ‘Acquaviva”, oggi alquanto diroccato, era un castelletto posto sulla sinistra del torrente Possera nei pressi di una polla di acqua naturale (da cui il nome di Acquaviva) a poca distanza dalla attuale “villa del Bulera”. Nei pressi di questo castello vi erano una fonte pubblica del comune di Ripomarance (XVI – XVII see.) ed alcune “conce” private situate dove sorge l’attuale invaso denominato “Lago del Bulera” costruito negli anni ’50 vicino al podere d’Acquaviva.
Del castello, situato a 200 metri ad est del lago, non rimangono che poche tracce tra una folta boscaglia: resti di mura franate, parti di tegole, di pavimenti ed una specie di pozzo scavato nel tufo da dove, secondo il racconto di alcuni contadini che abitavano al Bulera, negli anni trenta, si vedevano affiorare resti di ossa umane (Manghetti Giulio); questo a pochi metri di distanza da un profondo precipizio o “grotta” dove vi sono frequenti e pericolosi crepacci.
Il piccolo promontorio in cui si trovava il castello è conosciuto volgarmente come “Poggio alla Chiesa” a testimonianza dell’esistenza della chiesa dedicata a S. Salvatore d’Acquaviva. Questa possedeva alcune proprietà terriere nella corte del castello essendo già all’epoca del Sinodo dei Beiforti (1356) filiale della Pieve di San Bartolomeo a Silano.
La chiesa di Acquaviva con la sua parrocchia fu possesso del Monastero femminile di San Dalmazio e si ritrovano notizie di questa anche attorno al 1239 quando il Vescovo Pagano, a corto di soldi per pagare 5 bovi che occorrevano per lavorare la terra, per 54 libbre di danari volterrani dava in pegno la corte d’Acquaviva e di San Dalmazio.
Proprietari e Signori del Castello risultarono essere per alcuni secoli una famiglia molto importante del volterrano: la Famiglia degli Incontrini detta degli “INCONTRI” che dette origine a due rami; quello degli Incontri di Volterra e quello omonimo di Ripomarance o Pomarance. Legata con alcuni rami di parentela con gli Incontri di Siena, questa ottenne in feudo la Corte di Acquaviva o di “Postignano” da Carlo Magno dopo la cacciata dei Longobardi dall’Italia.
Uno dei primi signori di Acquaviva di
cui si ha notizia fu Teodorico padre di Villerardo nel 970 d.c., nel 1090 fu
signore del castello Marco Incontri, mentre nel 1250 risulta essere fatta la
vendita per porzioni del castello di Acquaviva, da alcuni rami della stessa
famiglia, al Comune di Volterra. Il definitivo abbandono del castello da parte
degli Incontri si ha sul cadere delle Signorie feudali quando il territorio e
corte di Acquaviva vennero aggiunti a quello del Comune di Ripomarance nel XVI
secolo. Tutto questo coincise con il trasferimento del Monastero delle Monache
di San Dalmazio a Volterra (30 luglio 1511) e la incorporazione dei beni della
chiesa di Acquaviva da parte del Capitolo dei Canonici di Volterra. Con la
soppressione della parrocchia, avvenuta 1’8 maggio 1572, dalla chiesa di San
Salvatore d’Acquaviva fu traslato il grande Crocifisso ligneo nella Pieve di
San Giovanni Battista di Pomarance. Questa sacra immagine fu legata
particolarmente, fin dalla sua
realizzazione, alla famiglia Incontri, che commissionò probabilmente l’opera, facendone “istituzione benefica’’ alla chiesa di San Salvatore d’Acquaviva come è rilevabile da un documento redatto dal Cav. Gio. Andrea Falconcini discendente dell’Alfiere Alamanno Incontri che era vissuto nella seconda metà del ’600.
In quel periodo il Cav. Andrea Falconcini erede Incontri, faceva richiesta alle Magistrature del Comune di Pomarance di poter collocare l’immagine del S.S. Crocifisso sopra l’altare Maggiore della chiesa, in occasione del restauro da lui stesso finanziato. Nella stessa istanza veniva descritta l’antica collocazione della scultura nella chiesa di S. Giovanni Battista e la comprovata certezza della provenienza del S.S. Crocefisso dal castello di Acquaviva.
Un documento che mi è parso abbastanza interessante e che ho cercato di trascrivere il più esattamente possibile: l:M:l
Davanti alle Signorie loro Molto Magnifiche Sig. Gonfaloniere e Signori Priori della Comunità delle Pomarance Comparisce
Il Cavaliere Gio. Andrea Falconcini, e reverendemente l’espone, come per soddisfare alla pietà e devozione di molti, che più volte li anno fatto istanza di restaurare l’immagine Santissima del nostro Redentor Crocifisso che da lungo tempo in qua è stata collocata sopra la porta interiore della loro chiesa Parrocchiale di San Gio. Battista e che sempre è stata l’immagine di Patronato della
famiglia dell’Alfiere Alamanno Incontri di cui detto comparente e erede si è già messo all’impresa per detta restaurazione, ma conoscendo pur cosa più decorosa e di maggior culto a detta statua immagina ogni qual volta rimanesse collocata all’Aitar Maggiore di detta chiesa, et in ciò facendo anche riescirebbe di maggior ornato di detto Altare; per tal motivo prega le Signorie Vostre Molto Magnifiche a volerli concedere la permissione di poter collocare sopra detto Altare a sue proprie spese la detta Santa Immagine, dichiarandosi che con detta collocazione non intende di turbare punto il diritto che ha sopra detto altare la loro Comunità, et altresì ancora non intende di aggravare la medesima Comunità nel mantenimento della detta Immagine alla quale vuol sempre pensare esso medesimo come a suo proprio Patronato premendoli la detta confermazione non solo come a riflesso della devozione, come vi à sempre avuta la casa Incontri che conforme si à della antica et immemorabile tradizione se la porta dal Castello di Acquaviva sua antica Signoria, ma ancora a riflesso dell’opera il comparente erede di detta famiglia che della grazia etc. etc
Adi 7 giugno 1734
Partecipata la detta comparsa ai rappresentanti la Comunità delle Pomarance fu accordato quanto sopra per voti favorevoli 4 . (1)
Jader Spinelli
1) ARCHÌVIO STORICO COMUNALE DI POMARANCE; F. 17, Lettere e Miscellanee di Atti 1729 – 1734, c.l 67,r. e v.
NOTE BIBLIOGRAFICHE:
Don Socrate Isolani, “L’Abbadia di Monteverdi e la Madonna del Frassine” 1937 – XV Tip. Giovannelli – Castelfiorenfino.
C. F. C. ‘ ‘Gli Incontri di Volterra ’’ (Biblioteca Guarnacci Volterra).
DON MARIO BOCCI “Notizie della Comunità Parrocchiale di Pomarance” 1987

Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.