CRISTOFANO RONCALLI (II PARTE)

A POMARANCE: la sua Famiglia, le Sue proprietà, i contatti con la sua Terra Natale a cura di I. Spinelli.

Dopo la vendita delle proprietà immo­biliari di Cristofano Roncalli a “Ripomarance”, ereditate attorno al 1543 dall’e­stimo di “Donato di Michele fabro” e ce­dute tra il 1559 ed il 1560, scarse sono le notizie dell’artista nel suo luogo natio. Documenti citati dalla dottoressa Ileana Chiappini di Sorio, nella sua opera sul “Pomarancio’’, datano la conoscenza delle sue prime opere pittoriche attorno al 1576, quando risultava impegnato nella città di Siena per realizzare una pala d’al­tare che costò alla Compagnia del Duo­mo ben 400 scudi.

Un documento inedito che sono riuscito a trovare nell’Archivio Storico Comunale di Pomarance consente però di conosce­re una delle sue prime pitture realizzate proprio nel paese nativo di Ripomaranci, tra il 1570 ed il 1571, della quale la criti­ca storico artistica non fa alcuna menzio­ne. Nell’ottobre del 1570 infatti la Com­pagnia di San Michele di Ripomarance, che aveva sede nell’omonima chiesa al “Santo” ubicata nella contrada di “Cas­sero”, deliberava nel libro dei Creditori e Debitori della Compagnia il pagamento di lire 42 a “Maestro Cristofano di Gio: An­tonio Roncalli” per dipingere l’immagine del San Michele e la Santa Croce all’in­terno di un “armadio” che doveva funge­re anche da altare per la chiesa.

Nell’atto sottoscritto di pugno dal Roncalli risulta citato anche un suo “compagno di lavoro”, certo “Mastro Benedetto” che firmò insieme al “Pomarancio” le clauso­le del contratto.

Cimase di un polittico attribuito a Cristofano Roncalli dal Kirwin (1972) (Particolare) (Foto S. Donati).

L’autonomia artistica di Cristofano Ron­calli in quel periodo appare evidente dal­l’anticipo di 2 scudi che ricevette a Feb­braio del 1571 dalla stessa Compagnia di San Michele impegnandosi a consegna­re il lavoro entro il maggio dello stesso an­no. Dato l’esiguo compenso ricevuto (pari a 7 scudi) è probabile che l’artista fosse impegnato a Pomarance o nella vicina Volterra per realizzare altri dipinti più im­pegnativi e remunerativi e che questo fos­se solo un omaggio alla venerabile Com­pagnia di San Michele dedita all’assisten­za dei malati e alla sepoltura dei morti: 11 octobre 1570

…M° Cristofano di Gio: Antonio di Fran­cesco Roncalli deve avere lire quaranta due per tanto sono per avere a dipignere l’armadio che fu facto per servire di tener­vi drencto lo stendardo et servire per ta­vola dello altare di San Michele, cioè nello spogliatoio, et avi a fare drencto da un la­to il San Michele et dan laltro lato la Sancta Crocie, di poi adornarlo a secondo che e richiede per prezzo decto di sopra; et fatto vogliamo far istimare; et si vuole las­sare lire dieci sendo manco rifarcelo, co­si da cordo Benedetto mio compagno et lui et io insieme et per la verità di sotto scriveranno di loro mano propria; facto sotto di 11 octobre 1570 e si come disse a Francesco Sfibbi che glielo dessi in ogni sua parte et volontà et lui in questo tem­po a farlo per in sino a calende di Mag­gio prossimo 1571 cioè lire 42. lo Bene­detto M° si presente a detto partito dichia­ro quanto di sopra et esser fedele della verità ….

lo Cristofano di Gio: Antonio Roncalli pre­sente a detto partito affermo quanto so­pra contandomi 2 scudi per tutto ferraio et il resto quanto sarà fornito et in fede della verità ho scritto di mia mano que­sta ricevuta oggi questo dì ? (1570). Don Mario Bocci, archivista della Curia Vescovile di Volterra, certifica in una sua pubblicazione sul “Notiziario Parrocchia­le di Pomarance” (1987), che Cristofano Roncalli fu presente ancora a Pomaran­ce il 10 settembre 1575 in qualità di “pa­drino” nel battesimo di Alessandra di Giu­sto Fantacci ed è forse di quegli anni un “Polittico”, in cattivo stato di conserva­zione, che trovasi nella Sacrestia della Chiesa di San Giovanni Battista a Poma­rance. Considerato un’opera giovanile del Roncalli, gli è stata attribuita dallo stori­co Kirwin (1972); composta di tre tavole ad olio raffiguranti il Padre Eterno e due Angeli adoranti facevano parte di un com­plesso di vaste dimensioni che in origine era collocato sull’altare maggiore.

Ritratto di C. Roncalli. Disegno di Giuseppe Cesari (Uffizi – Firenze)

Il “Polittico”, mancante del pannello cen­trale, ai cui lati erano disposti i due An­geli adoranti, era sormontato dalla “cima­sa” dove è effigiato il Padre Eterno che tiene nelle mani una croce ed un vange­lo dove sono leggibili la lettera A e l’Omega, simboli “Dalla vita alla morte di Gesù”. Questa opera è datata dal Kirwin attorno al 1574. (Vedi Foto 1° Parte). Alcuni anni più tardi il pittore Roncalli è nuovamente a Pomarance dove gli viene commissionata dal Podestà del tempo una Madonna per la sua camera perso­nale a totale carico di spese del Comune di Ripomarance. Sicuramente una presta­zione amichevole offerta al Comune ed al Podestà, Francesco Paci, per l’esiguo compenso ricevuto del suo affresco. Que­st’opera, forse ancora celata sotto la cal­ce di qualche parete del palazzo ex Pre­tura di Pomarance, è documentata nel li­bro dei Saldi del Comune relativo all’an­no 1580 dove sono effettuati vari paga­menti a coloro che concorsero alla rea­lizzazione della “Madonna”. (17) Spese della Madonna fatta nella camera del Sig. Podestà con licentia dei Sig. No­ve del 22 Febbraio 1580……

A….Mastro Antonio di Piero Pepi per vet­tura di due cesti di rena dalla Cecina per rintonacar il muro per dove si fece detta Madonna  Soldi 10

A Maestro Cristofano Roncalli pittor per aver dipinto detta Madonna              lire 35
A.. Mastro Jacopo di Martino Lutroni per ferro fatto per mettere ai pie della detta Madonna per tenervi il lume …. soldi 16
(18)

Cristofano Roncalli ormai da anni si era stabilito a Roma, impegnato a Palazzo Montecavallo al Quirinale, intento a rea­lizzare alcune tele per la Compagnia di Santa Caterina da Siena. Era probabil­mente coadiuvato nei suoi lavori dal fra­tello Donato, pittore ed uomo di legge, al quale fece ricorso nel 1583 il comune di Ripomarance per risolvere, in ambienti clericali, una complicata e lunga contro­versia tra lo stesso Comune e certo Otta­viano di Mastro Luigi Minucci di Volterra per conto dell’acqua della Doccia” che durava dal 1575.

Nel Libro dei Partiti del comune è indica­to infatti, in data 14 ottobre 1583, un pagamento di 26 giuli a Mastro Donato Roncalli” per il rimborso di alcune spese incontrate nella risoluzione della ver­tenza:

“Coadiuvati li detti deputati sopra la lite fra detta comunità et il sig. Cavaliere Ot­tavio Minucci    ,

Atteso esser venuta la monitione di Po­ma et speso giuli 26 per mastro Donato Roncalli             perciò stanziorno detti giuli a

mastro Donato…. che lipagassino…. con voti favorevoli 6 nissuno contrario ….”(19)

Tra il 1583 ed il 1586 avvenne la morte del padre di Cristofano Roncalli, Gio An­tonio, facoltoso mercante, la cui scompar­sa è documentata indirettamente nel Li­bro dei Partiti del comune attraverso il pa­gamento di un “livello” di terreno nel 1586, di proprietà dei Beni dei Poveri, che doveva essere pagato al comune di Ri­pomarance dagli eredi di detto Gio Anto­nio Roncalli.(20)

Le numerose proprietà immobiliari appar­tenute a Giovan Antonio furono eredita­te dai suoi figli maschi tra i quali anche i pittori Cristofano e Donato. In una ag­giunta all’estimo del 1571 risalente al 1586 circa, risultano elencati alla carta 325 r. i signori Bernardino, Mastro Dona­to, Cosimo, Cristofano e Francesco: ”…

Grafia di C. Roncalli (Bibl. Guarnacci – Volterra)

fratelli et figli del fu Gio Antonio Roncalli … hanno li infrascritti beni levati dalla po­sta di Gio Antonio loro padre in questo estimo a carta 105 …”.(21)

Da questa eredità risultano successiva­mente altre divisioni patrimoniali tra i fra­telli Roncalli come ad esempio quella di Bernardino a cui andò oltre a diversi ter­reni “la metà della casa posta alla Pieve confinata a 1 ° via, 2° via, 3° Ser Andrea Incontri, 4° via, stimata lire 700”.

Gli anni che coincidono con la morte del padre di Cristofano furono forse quelli in cui venne realizzato il bel quadro dell’An­nunciazione che si trova collocato sopra l’omonimo altare nella chiesa Parrocchia­le di Pomarance. Eseguito secondo il Kir­win attorno al 1584, la tela ad olio, fu com­missionata al “Pomarancio” dalla “Con­fraternita della Vergine Maria” che ave­va sede nella Chiesa di San Gio Battista di Ripomarance ed alla quale era deman­dato come alla Compagnia di San Miche­le il compito della sepoltura dei morti nel piccolo cimitero accanto alla Chiesa stessa.

Il dipinto che nel 1845 era in deprecabile stato di conservazione per le numerose infiltrazioni d’acqua che aveva subito, fu mutilato nella parte destra della tela do­ve la figura della Vergine ha la parte ester­na del corpo incompleta. Recentemente restaurata dalla Sovrintendenza delle Bel­le Arti di Pisa, l’opera rivela delle compo­nenti stilistiche tratte dall’ambiente roma­no. L’impostazione diagonale della sce­na ed il movimento deciso e ritmato del­l’angelo, giùnto come una folata di ven­to, sono una indicazione del nuovo indi­rizzo culturale del pittore. Predomina una sottile inquietudine resa più evidente dalla scioltezza dei panneggi. I disegni prepa­ratori al dipinto sono conservati presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. Gli anni tra il 1580 ed i primi del ’600 vi­dero impegnato Cristofano Roncalli in molteplici lavori a Roma, ad Ancona, a Osimo accumulando in quegli anni pre­stigio e ricchezze che in seguito furono anche oggetto di dispute tra i suoi nipoti. Si stabilì a Roma fin dal 1575 con il fratello Donato, auditore del Cardinale Cre­scenzi di Roma, il quale fu sicuramente l’artefice della fortuna artistica ed econo­mica di Cristofano inserendolo nella Ro­ma bene sotto la protezione di vari Car­dinali, come i Crescenzi o i Gallo, per i quali lavorò affrescando i loro palazzi e ricevendo molteplici committenze in San Pietro da altri “mecenati” dell’ambiente romano. Iscritto all’Accademia degli artisti di San Luca di Roma fin dal 1588 pagava uno scudo di tassa l’anno come altri artisti tra i quali anche il compaesano “Niccolò Cercignani” dando lezioni di disegno e pit­tura ai giovani artisti dell’Accademia. Spesso incaricato di perizie estimali su af­freschi commissionati ad altri pittori, nei primi anni del XVII secolo la sua fama di artista raggiunse anche la sua terra di ori­gine. Il Comune di Volterra infatti onorò nel 1602 lo stesso Cristofano Roncalli ed il fratello Donato della “Cittadinanza Vol­terrana”. Un alto riconoscimento fu quello conseguito dal “Pomarancio” in occasio­ne della sua nomina a “Cavaliere di Cri­sto” data da Papa Paolo V (1605) per la sua attività svolta al servizio pontificio. La reputazione di buon pittore fu confer­mata anche da un altro grande pittore del 600, il Caravaggio che, durante il proces­so “Baglione” (1603), reputava il “Poma­rancio” tra i “valenthomini abili pittori di Roma” insieme allo Zucaro, il Caraccio­lo ed altri.

Bolla del Cardinale Crescenzi di Roma (Foto A)

Quando attorno al 1605 ottenne la com­mittenza della decorazione della Sala del Tesoro nella Basilica di Loreto fu coadiu­vato da molti allievi ed anche da suo fra­tello Donato che sottoscrisse le clausole del contratto insieme a Cristofano. È di quel periodo un documento assai impor­tante per la nostra indagine sui rapporti del pittore con la sua famiglia di Poma­rance che si riferisce ad alcune vicende giuridicoeconomiche del fratello Cosimo di Ripomarance, che all’epoca si trovava inguaiato con il “fisco” ed addirittura in­carcerato nelle “segrete di Volterra”. La lettera, conservata presso la Biblioteca Guarnacci di Volterra e datata 1609, ci dà l’esatta indicazione del fallimento finan­ziario di Cosimo Roncalli e l’aiuto dei due fratelli pittori che si impegnarono a risol­vere tale situazione (22):

Per il presente scritto si manifesta, et si dichiara a qualunque lo vederà, et lo leg­gerà, qualmenti noi Donato, et Cristofa­no fratelli et figliuoli del quondam S. Gio:Ant° Roncalli da Ripomaranci, Dio­cesi di Volterra, per sovvenire, et aiutare Cosimo nostro fratello carcerato per quanto co’ nostro dispiacere haviamo in­teso più giorni sono ad iustanzia di più, et diversi suoi creditori, ci contentiamo, et acconsentiamo, et ciascheduno di noi si contenta, et acconsenti liberamente, et spontaneamente, che per la rata di tutti li beni stabili, che haviamo in comune et per indiviso co’ il detto Cosimo tanto in Ripomaranci, quanto fuori di qualunque sorti siano, et in qual si voglia luogo, es­so Cosimo li possa vendere, et alienare, o, dare i pegno, o, in pagamento, o in qualsivoglia altro modo, che a lui parerà, et piacerà, in però sino alla somma per partinenza di scudi mille di + 7.Essendo per adesso, acciò che del ritrat­to, che ne farà si possa, o in tutto, o, in parti sdebitari, facendolo in questi parti­colari, speciali et particulari procuratori a poter in nome nostro, et di ciascheduno di noi a consentire, et dare il nostro con­senso, a detta vendizione, et alienazione di beni; et altrimenti come di sopra s’è detto sino alla somma predetta di scudi mille in tutto, no solo in questo; ma in ogni altro miglior modo. Promettendo, biso­gnando, ancora di ratificar quello che lui farà. Con riservarci però l’attioni et ragioni contra di esso Cosimo da intentarsi, et va­lersene con di lui tanto nella divisione, che fra lui, et noi si farà, quanto in ogni altro caso, causa, et occasioni, che biso­gnerà, a suo luogo e tempo. Et per mag­gior vigore, et forza delli predetti così il presente scritto, sarà firmato, et sottoscrit­to di nostra propria mano, et suggellato co il nostro suggello in Roma, et nella Santissima Casa di Loreto, o, in qualsi­voglia altro luogo rispettivamente, che no si fidi; lo Donato Roncalli ho scritto e sot­toscritto, di mia e propria mano, et sug­gellato co il predetto suggello il presente scritto, questo di 15 di Aprile 1609 in Roma.

  1. Cristofano Roncalli affermo quanto di sopra questo di 19 aprile 1609 in Loreto. La delicata situazione del fratello Cosimo è documentata anche nei Partiti del Vica­riato di Val di Cecina di quegli anni nei quali risulta una precettazione alla Comu­nità di Pomarance per pagare lire 32 di Alimenti somministrati in carcere a Cosi­mo Roncalli e per alcune spese fatte per
  2. Fisco.(23)

Il fallimento di Cosimo Roncalli è rileva­bile anche in seguito, quando Michele di Francesco Stibbi comprò una bottega ad uso di Spezieria dal Fisco, come “beni di Cosimo Roncalli”.(24)

Stemma dei Roncalli di Pomarance (propr. Biondi-Bartolini).
Antichi stemmi della Famiglia Roncalli (Biblioteca Guarnacci).

Altri documenti conservati presso la Bi­blioteca Guarnacci di Volterra conferma­no l’aiuto prestato a Cosimo da Cristofa­no e Donato con l’impegno di pagamen­to di altri 600 scudi.

Attorno al 1615 i due fratelli Roncalli, Cri­stofano e Donato, sono nuovamente iscritti nell’Estimo del Comune di Ripomarance con i beni pervenuti loro da una successiva divisione con gli altri fratelli Roncalli (1612).

Nell’arroto del 1612 nell’Estimo del 1571, alla carta 426 r., sono citati l’illustrissimo Signor Cavaliere Cristofano e Mastro Do­nato … Fratelli e figli di Gio:Antonio Ron­calli …. con i seguenti possedimenti: La metà di una casa in detto Castello con le botteghe alla Porta alla Pieve confina­ta a 1° via, 2° la Pieve, 3° Forno del Co­mune stimata lire 310 ….

Una casa in detto Castello in Petriccio a 1° via, 2° Chiasso, 3° Mura Castellane, 4° Forno del Comune …. lire 500

La metà di una casa in detto Castello a 1° via, 2° Simone di Bartolo di Gio D’Acquaviva, 3° Giulio di Cenni di Michele, 4° Detto Giulio Stimato lire 125

Un pezzo di terra vignata et alborata di staia 20 incirca in detta corte luogo detto San Piero, a 1° via, 2° beni dello Speda­le di San Piero, 3° Simone di Bastiano Santucci, 4° Via di Sotto, 5° Giacomo di Gio Antonio formaio … stimata lire 750 Un pezzo di terra lavorativa, arborata di staia 20 incirca co una casa in detta cor­te luogo detto VAL DI DOCCIA o franate di Broticeco et piano della Ascesa a 1 ° via, 2° li medesimi, 3° Pier Francesco P prete, 4 ° beni dello Spedale di San Pie­ro, 5° Broto Cieco, 6° Luigi Min ucci da Volterra, 7° Jacopo di Taviano et erede del Bellezza, 8° Giaco di Gio Antonio For­maio … lire 2300

Un pezzo di terra vignata et soda di staia tre incirca luogo detto Piano della Asce­sa a 1° via, 2° Bastiano di Michele Corbolini, 3° Meo di Gio Tangherini, 4° Lui­gi Mi nuoci di Volterra … lire 60Un pezzo di terra lavorativa ….di staia 14 luogo detto Piano alla Serra co una ca­setta confinato a 1° via, 2° Podere del Nespolo, 3° Beni di San Piero, 4° Bo­schetti di Mastro Jacopo Borselli da Vol­terra, 5° via che va a Micciano stimato…… Inoltre un pezzo di terra al Ponzo, uno a Calcinala, un Podere al Ponzo ed altri be­ni per un totale di 9619 lire ….(25)

Angelo adorante (part, di polittico) (Foto S. Donati)

Nel 1616 muore il fratello Donato Roncalli che aveva seguito Cristofano nei lavori degli affreschi di Loreto. Seppellito nella chiesa di Roma a Santo Stefano del Cacco, fu dedicata una lapide alla sua me­moria dal fratello Cristofano che lo definì pittore senese.

Notizie della attività artistica di Cristofa­no Roncalli in Ripomarance, ormai in là con gli anni, non sono a noi conosciute. Certamente il suo legame ancora vivo con Ripomarance indusse lo stesso artista a fare un omaggio alla chiesa di San Gio­vanni Battista di alcune reliquie di santi. La notizia è documentata da una Bolla del Cardinale “Crescentius” di Roma e con­servata nella Canonica della Parrocchia di Pomarance (Foto A) datata 10 ottobre 1617. Insieme alle reliquie egli donò an­che il reliquiario dove era raffigurato lo stemma dei Roncalli, citato nel 1913 dal Locatelli Milesi.

Questo documento rileva i suoi amiche­voli rapporti con la famiglia dei Crescenzi di Roma, amanti della pittura e delle ar­ti. Essi furono protettori di Cristofano che per alcuni anni fu l’insegnante di pittura dei fratelli del Cardinale che ebbero l’in­carico di dipingere affreschi su disegni e cartoni del Pomarancio. L’avvenimento della donazione delle sa­cre reliquie dei santi fu un avvenimento che coinvolse anche il Comune di Ripo­marance che in quell’anno annotava nel libro delle deliberazioni la “Consegna del­le Reliquie”:(26)

Angelo adorante (part, di polittico) (Foto S. Donati)

A di 23 settembre 1617

Ricordo come per Alessandro Pressati, romano, detto dì fu consegnato dal Sig. Cavaliere Cristofano Roncalli … nella Chiesa di Sancto Giovanni Baptista di Ripomaranci le reliquie dette et al reveren­do Bartolomeo Talamini pievano di detta chiesa, che tiene il reliqiariotto messo a oro, dentro cui più le reliquie di Santi Aloro, Potente, et Polinare, con più due chia­ve con ordine che una di esse chiave tenghi il signor pievano protempore, esisten­te, et una la Comunità dentro una borset­ta, … che ciascuna riceve detto sig. pie­vano, et l’altra la Comunità………………………………………………. alla pre­

senza dei sig. Fabio Storrioli et di Buonincontro Incontri, Gio:Batta Pellegrini, et Ferdinando de Roncalli, tutti Priori di detta Comunità ..; et alla presenza di me Can­celliere et…. di S. Maffii et … Fantacci …. sacerdoti in detta Pieve, testimoni,…. per far detto contratto a suo luogo et tem­po, et co tutte le sue istantie … et co tut­te le memorie che bisognarà….

L’agiatezza economica e l’età avanzata di Cristofano Roncalli, al quale era anda­to parte del patrimonio di suo fratello Do­nato, furono in quegli anni motivo di inte­resse per i suoi nipoti, preoccupati nel contendersi i possibili lasciti che sareb­bero loro toccati alla morte del pittore. Nel 1618 infatti è documentata una lette­ra scritta dal Roncalli al Cardinale Maf­feo Barberini nella quale si chiedeva tra l’altro protezione dal Cardinale ad ottene­re un rinuncia di 1040 scudi d’oro affin­ché dopo la sua morte non vi fossero liti­gi fra i suoi nipoti.

Tale situazione è documentata indiretta­mente anche in una lettera conservata nell’Archivio privato Biondi Bartolini di Po­marance, e scritta nel 1618 da Francesco Bartolini, da Firenze al fratello Giovanni Clemente Bartolini di Ripomarance. Nel Post Scriptum abbiamo infatti notizia di una tassa sui contratti di Cristofano e un lascito di alcuni scudi che dovevano an­dare alla sua “donna” (forse la sua com­pagna od una sua ex modella di Firenze): …il dì 9 di novembre 1618 …

…. Mando a l’Arghtia la licentia dell’arte dei vaiai, e cuoiai, come vederà, e resta a detta arte creditore di lire tre e soldi die­
ci; et è dilusa in questa lettera; e per /’Al­fiere Roncalli gli mandai quella della ga­bella dei contratti di Cristofano Roccalli, perciò veda di accomodare l’altra, perché no Hanno volsuto voltare gli scudi sette che sono pagati alla donna di Cristofano
-(27)

L’attività di Cristofano Roncalli in quegli anni doveva essere assai limitata a cau­sa dell’avanzata età. In un manoscritto del 1621 (Mancini) egli è ricordato a Ro­ma e “.. vive adesso … in sua quiete Chri­stiana e di gentiluomo et in età molto pre­gressa ….”.

Durante la sua lunga vita ebbe tra i suoi seguaci, allievi molto dotati che si distin­sero anche dopo la sua morte; tra questi sicuramente è da ricordare un altro “Po­marancio”, Antonio Cercignani, figlio di Niccolò delle Pomarance (Pomarancio il vecchio), che seguì il maestro Cristofano dopo la morte di suo padre avvenuta nel 1599.(28)

Cristofano Roncalli infatti moriva il 6 mag­gio 1626 a Roma, seppellito nella chiesa di Santo Stefano del Cacco come il fra­tello Donato lasciò eredi universali i suoi nipoti Guglielmo ed il pittore Jacopo figli di fu Cosimo Roncalli.

A Guglielmo lasciò tra l’altro tutte le pro­prietà immobiliari di Roma con tutti i libri latini; a Jacopo, con testamento dell’11 maggio 1626, altre proprietà immobiliari tra cui quelle di Ripomarance come le metà della casa con le botteghe poste in Petriccio “alla Porta alla Pieve” dove at­tualmente sorge il Palazzo Biondi Bartolini e dove era nato il famoso pittore “ma­nierista” Cristofano Roncalli.(29)

Nel ricordo di questo illustre personaggio il Comune di Pomarance volle nel lonta­no 1893 acquistare un suo ritratto che fu fin da quel tempo posto nell’ufficio del Sindaco. Detta immagine fu comprata a Recanati presso un libraio antiquario, Lui­gi Prosperi, come risulta da una delibera del 25 gennaio 1893:

.. Lire 2,50 a favore dell’Esattore Comu­nale sig. Augusto Fontanelliprezzo di un ritratto del pittore CRISTOFANO RON­CALLI, procurato a questa amministrazio­ne dal libraioAntiquario, Luigi Prosperi di Recanati, come da ricevuta annessa al Mandato.

J. Spinelli

NOTE BIBLIOGRAFICHE

  • J. Spinelli – “Alla ricerca di un affresco di Cristofano Roncalli” – La Comunità di Poma­rance n ° 2/1988 pag. 4. In questa occasione rin­grazio vivamente il parroco Don Piero Burlacchini per la sua disponibilità e collaborazione nei miei articoli storici, nonché la signora Luisa Morandini vd. Mazzinghi per gli utili consigli e la revisione dei testi.
  • Archivio Storico Comunale di Pomarance F. 633 Saldi c. 59 r.
  • Archivio Storico Comunale di Pomarance F c. 14 r.
  • Archivio Storico Comunale di Pomarance F 633 c. 57
  • Archivio Storico Comunale di Pomarance F. 428 c. 352 Estimo 1571
  • Biblioteca Guarnacci Volterra F. 42 B c. 24
  • Archivio Storico Comunale di Pomarance F. 6 Partiti del Vicariato.
  • Archivio Storico Comunale di Pomarance F. 147 B Civile 1620 – 21 c.225 r.
  • Archivio Storico Comunale di Pomarance F. 428 Estimo 1571 c. 426 r.
  • Archivio Storico Comunale di Pomarance F.
  • c. 22 r.
  • Archivio Biondi Bartolini (non classificato). Ringrazio sentitamente il dott. Giovanni e Giu­lio Biondi Bartolini per la loro disponibilità nel consultare i documenti privati di famiglia ed aver­mi dato l’opportunità di pubblicare questo do­cumento inedito.
  • 3 giugno 1626. Lucrezia Malagotti Vaini, scri­ve al Cardinale Rivarola raccomandandogli An­tonio Cercignani detto Pomarancio, perché gli sia affidato l’incarico di portare a termine un di­pinto per San Pietro, lasciato incompiuto da Cri­stofano Roncalli a causa della morte. Ileana So­no Chiappini “Cristofano Roncalli detto Poma­rancio ’ ’ Edizione a cura della Cassa di Rispar­mio di Bergamo.
  • J. Spinelli. ”11 Palazzo Biondi Bartolini a Po­marance” – La Comunità di Pomarance n° 2/1990.

La suddetta relazione sul fabbricato, già dei Ron­calli, mi fu commissionata dalla famiglia Bion­di Bartoliniper documentare l’interesse storico artistico del Palazzo. Con personale sodisfazio­ne questo studio è stato inviato, corredato da fo­to, al Ministero dei Beni culturali di Roma ed alla Sovrintendenza ai Monumenti di Pisa.

Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.

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