A POMARANCE: la sua Famiglia, le Sue proprietà, i contatti con la sua Terra Natale a cura di I. Spinelli.
Dopo la vendita delle proprietà immobiliari di Cristofano Roncalli a “Ripomarance”, ereditate attorno al 1543 dall’estimo di “Donato di Michele fabro” e cedute tra il 1559 ed il 1560, scarse sono le notizie dell’artista nel suo luogo natio. Documenti citati dalla dottoressa Ileana Chiappini di Sorio, nella sua opera sul “Pomarancio’’, datano la conoscenza delle sue prime opere pittoriche attorno al 1576, quando risultava impegnato nella città di Siena per realizzare una pala d’altare che costò alla Compagnia del Duomo ben 400 scudi.
Un documento inedito che sono riuscito a trovare nell’Archivio Storico Comunale di Pomarance consente però di conoscere una delle sue prime pitture realizzate proprio nel paese nativo di Ripomaranci, tra il 1570 ed il 1571, della quale la critica storico artistica non fa alcuna menzione. Nell’ottobre del 1570 infatti la Compagnia di San Michele di Ripomarance, che aveva sede nell’omonima chiesa al “Santo” ubicata nella contrada di “Cassero”, deliberava nel libro dei Creditori e Debitori della Compagnia il pagamento di lire 42 a “Maestro Cristofano di Gio: Antonio Roncalli” per dipingere l’immagine del San Michele e la Santa Croce all’interno di un “armadio” che doveva fungere anche da altare per la chiesa.
Nell’atto sottoscritto di pugno dal Roncalli risulta citato anche un suo “compagno di lavoro”, certo “Mastro Benedetto” che firmò insieme al “Pomarancio” le clausole del contratto.

L’autonomia artistica di Cristofano Roncalli in quel periodo appare evidente dall’anticipo di 2 scudi che ricevette a Febbraio del 1571 dalla stessa Compagnia di San Michele impegnandosi a consegnare il lavoro entro il maggio dello stesso anno. Dato l’esiguo compenso ricevuto (pari a 7 scudi) è probabile che l’artista fosse impegnato a Pomarance o nella vicina Volterra per realizzare altri dipinti più impegnativi e remunerativi e che questo fosse solo un omaggio alla venerabile Compagnia di San Michele dedita all’assistenza dei malati e alla sepoltura dei morti: 11 octobre 1570
…M° Cristofano di Gio: Antonio di Francesco Roncalli deve avere lire quaranta due per tanto sono per avere a dipignere l’armadio che fu facto per servire di tenervi drencto lo stendardo et servire per tavola dello altare di San Michele, cioè nello spogliatoio, et avi a fare drencto da un lato il San Michele et dan laltro lato la Sancta Crocie, di poi adornarlo a secondo che e richiede per prezzo decto di sopra; et fatto vogliamo far istimare; et si vuole lassare lire dieci sendo manco rifarcelo, cosi da cordo Benedetto mio compagno et lui et io insieme et per la verità di sotto scriveranno di loro mano propria; facto sotto di 11 octobre 1570 e si come disse a Francesco Sfibbi che glielo dessi in ogni sua parte et volontà et lui in questo tempo a farlo per in sino a calende di Maggio prossimo 1571 cioè lire 42. lo Benedetto M° si presente a detto partito dichiaro quanto di sopra et esser fedele della verità ….
lo Cristofano di Gio: Antonio Roncalli presente a detto partito affermo quanto sopra contandomi 2 scudi per tutto ferraio et il resto quanto sarà fornito et in fede della verità ho scritto di mia mano questa ricevuta oggi questo dì ? (1570). Don Mario Bocci, archivista della Curia Vescovile di Volterra, certifica in una sua pubblicazione sul “Notiziario Parrocchiale di Pomarance” (1987), che Cristofano Roncalli fu presente ancora a Pomarance il 10 settembre 1575 in qualità di “padrino” nel battesimo di Alessandra di Giusto Fantacci ed è forse di quegli anni un “Polittico”, in cattivo stato di conservazione, che trovasi nella Sacrestia della Chiesa di San Giovanni Battista a Pomarance. Considerato un’opera giovanile del Roncalli, gli è stata attribuita dallo storico Kirwin (1972); composta di tre tavole ad olio raffiguranti il Padre Eterno e due Angeli adoranti facevano parte di un complesso di vaste dimensioni che in origine era collocato sull’altare maggiore.

Il “Polittico”, mancante del pannello centrale, ai cui lati erano disposti i due Angeli adoranti, era sormontato dalla “cimasa” dove è effigiato il Padre Eterno che tiene nelle mani una croce ed un vangelo dove sono leggibili la lettera A e l’Omega, simboli “Dalla vita alla morte di Gesù”. Questa opera è datata dal Kirwin attorno al 1574. (Vedi Foto 1° Parte). Alcuni anni più tardi il pittore Roncalli è nuovamente a Pomarance dove gli viene commissionata dal Podestà del tempo una Madonna per la sua camera personale a totale carico di spese del Comune di Ripomarance. Sicuramente una prestazione amichevole offerta al Comune ed al Podestà, Francesco Paci, per l’esiguo compenso ricevuto del suo affresco. Quest’opera, forse ancora celata sotto la calce di qualche parete del palazzo ex Pretura di Pomarance, è documentata nel libro dei Saldi del Comune relativo all’anno 1580 dove sono effettuati vari pagamenti a coloro che concorsero alla realizzazione della “Madonna”. (17) Spese della Madonna fatta nella camera del Sig. Podestà con licentia dei Sig. Nove del 22 Febbraio 1580……
A….Mastro Antonio di Piero Pepi per vettura di due cesti di rena dalla Cecina per rintonacar il muro per dove si fece detta Madonna Soldi 10
A Maestro Cristofano
Roncalli pittor per aver dipinto detta Madonna lire
35
A.. Mastro Jacopo di Martino Lutroni per ferro fatto per mettere ai pie della
detta Madonna per tenervi il lume …. soldi 16 (18)
Cristofano Roncalli ormai da anni si era stabilito a Roma, impegnato a Palazzo Montecavallo al Quirinale, intento a realizzare alcune tele per la Compagnia di Santa Caterina da Siena. Era probabilmente coadiuvato nei suoi lavori dal fratello Donato, pittore ed uomo di legge, al quale fece ricorso nel 1583 il comune di Ripomarance per risolvere, in ambienti clericali, una complicata e lunga controversia tra lo stesso Comune e certo Ottaviano di Mastro Luigi Minucci di Volterra per conto dell’acqua della Doccia” che durava dal 1575.
Nel Libro dei Partiti del comune è indicato infatti, in data 14 ottobre 1583, un pagamento di 26 giuli a Mastro Donato Roncalli” per il rimborso di alcune spese incontrate nella risoluzione della vertenza:
“Coadiuvati li detti deputati sopra la lite fra detta comunità et il sig. Cavaliere Ottavio Minucci ,
Atteso esser venuta la monitione di Poma et speso giuli 26 per mastro Donato Roncalli perciò stanziorno detti giuli a
mastro Donato…. che lipagassino…. con voti favorevoli 6 nissuno contrario ….”(19)
Tra il 1583 ed il 1586 avvenne la morte del padre di Cristofano Roncalli, Gio Antonio, facoltoso mercante, la cui scomparsa è documentata indirettamente nel Libro dei Partiti del comune attraverso il pagamento di un “livello” di terreno nel 1586, di proprietà dei Beni dei Poveri, che doveva essere pagato al comune di Ripomarance dagli eredi di detto Gio Antonio Roncalli.(20)
Le numerose proprietà immobiliari appartenute a Giovan Antonio furono ereditate dai suoi figli maschi tra i quali anche i pittori Cristofano e Donato. In una aggiunta all’estimo del 1571 risalente al 1586 circa, risultano elencati alla carta 325 r. i signori Bernardino, Mastro Donato, Cosimo, Cristofano e Francesco: ”…

fratelli et figli del fu Gio Antonio Roncalli … hanno li infrascritti beni levati dalla posta di Gio Antonio loro padre in questo estimo a carta 105 …”.(21)
Da questa eredità risultano successivamente altre divisioni patrimoniali tra i fratelli Roncalli come ad esempio quella di Bernardino a cui andò oltre a diversi terreni “la metà della casa posta alla Pieve confinata a 1 ° via, 2° via, 3° Ser Andrea Incontri, 4° via, stimata lire 700”.
Gli anni che coincidono con la morte del padre di Cristofano furono forse quelli in cui venne realizzato il bel quadro dell’Annunciazione che si trova collocato sopra l’omonimo altare nella chiesa Parrocchiale di Pomarance. Eseguito secondo il Kirwin attorno al 1584, la tela ad olio, fu commissionata al “Pomarancio” dalla “Confraternita della Vergine Maria” che aveva sede nella Chiesa di San Gio Battista di Ripomarance ed alla quale era demandato come alla Compagnia di San Michele il compito della sepoltura dei morti nel piccolo cimitero accanto alla Chiesa stessa.
Il dipinto che nel 1845 era in deprecabile stato di conservazione per le numerose infiltrazioni d’acqua che aveva subito, fu mutilato nella parte destra della tela dove la figura della Vergine ha la parte esterna del corpo incompleta. Recentemente restaurata dalla Sovrintendenza delle Belle Arti di Pisa, l’opera rivela delle componenti stilistiche tratte dall’ambiente romano. L’impostazione diagonale della scena ed il movimento deciso e ritmato dell’angelo, giùnto come una folata di vento, sono una indicazione del nuovo indirizzo culturale del pittore. Predomina una sottile inquietudine resa più evidente dalla scioltezza dei panneggi. I disegni preparatori al dipinto sono conservati presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. Gli anni tra il 1580 ed i primi del ’600 videro impegnato Cristofano Roncalli in molteplici lavori a Roma, ad Ancona, a Osimo accumulando in quegli anni prestigio e ricchezze che in seguito furono anche oggetto di dispute tra i suoi nipoti. Si stabilì a Roma fin dal 1575 con il fratello Donato, auditore del Cardinale Crescenzi di Roma, il quale fu sicuramente l’artefice della fortuna artistica ed economica di Cristofano inserendolo nella Roma bene sotto la protezione di vari Cardinali, come i Crescenzi o i Gallo, per i quali lavorò affrescando i loro palazzi e ricevendo molteplici committenze in San Pietro da altri “mecenati” dell’ambiente romano. Iscritto all’Accademia degli artisti di San Luca di Roma fin dal 1588 pagava uno scudo di tassa l’anno come altri artisti tra i quali anche il compaesano “Niccolò Cercignani” dando lezioni di disegno e pittura ai giovani artisti dell’Accademia. Spesso incaricato di perizie estimali su affreschi commissionati ad altri pittori, nei primi anni del XVII secolo la sua fama di artista raggiunse anche la sua terra di origine. Il Comune di Volterra infatti onorò nel 1602 lo stesso Cristofano Roncalli ed il fratello Donato della “Cittadinanza Volterrana”. Un alto riconoscimento fu quello conseguito dal “Pomarancio” in occasione della sua nomina a “Cavaliere di Cristo” data da Papa Paolo V (1605) per la sua attività svolta al servizio pontificio. La reputazione di buon pittore fu confermata anche da un altro grande pittore del 600, il Caravaggio che, durante il processo “Baglione” (1603), reputava il “Pomarancio” tra i “valenthomini abili pittori di Roma” insieme allo Zucaro, il Caracciolo ed altri.

Quando attorno al 1605 ottenne la committenza della decorazione della Sala del Tesoro nella Basilica di Loreto fu coadiuvato da molti allievi ed anche da suo fratello Donato che sottoscrisse le clausole del contratto insieme a Cristofano. È di quel periodo un documento assai importante per la nostra indagine sui rapporti del pittore con la sua famiglia di Pomarance che si riferisce ad alcune vicende giuridicoeconomiche del fratello Cosimo di Ripomarance, che all’epoca si trovava inguaiato con il “fisco” ed addirittura incarcerato nelle “segrete di Volterra”. La lettera, conservata presso la Biblioteca Guarnacci di Volterra e datata 1609, ci dà l’esatta indicazione del fallimento finanziario di Cosimo Roncalli e l’aiuto dei due fratelli pittori che si impegnarono a risolvere tale situazione (22):
Per il presente scritto si manifesta, et si dichiara a qualunque lo vederà, et lo leggerà, qualmenti noi Donato, et Cristofano fratelli et figliuoli del quondam S. Gio:Ant° Roncalli da Ripomaranci, Diocesi di Volterra, per sovvenire, et aiutare Cosimo nostro fratello carcerato per quanto co’ nostro dispiacere haviamo inteso più giorni sono ad iustanzia di più, et diversi suoi creditori, ci contentiamo, et acconsentiamo, et ciascheduno di noi si contenta, et acconsenti liberamente, et spontaneamente, che per la rata di tutti li beni stabili, che haviamo in comune et per indiviso co’ il detto Cosimo tanto in Ripomaranci, quanto fuori di qualunque sorti siano, et in qual si voglia luogo, esso Cosimo li possa vendere, et alienare, o, dare i pegno, o, in pagamento, o in qualsivoglia altro modo, che a lui parerà, et piacerà, in però sino alla somma per partinenza di scudi mille di + 7.Essendo per adesso, acciò che del ritratto, che ne farà si possa, o in tutto, o, in parti sdebitari, facendolo in questi particolari, speciali et particulari procuratori a poter in nome nostro, et di ciascheduno di noi a consentire, et dare il nostro consenso, a detta vendizione, et alienazione di beni; et altrimenti come di sopra s’è detto sino alla somma predetta di scudi mille in tutto, no solo in questo; ma in ogni altro miglior modo. Promettendo, bisognando, ancora di ratificar quello che lui farà. Con riservarci però l’attioni et ragioni contra di esso Cosimo da intentarsi, et valersene con di lui tanto nella divisione, che fra lui, et noi si farà, quanto in ogni altro caso, causa, et occasioni, che bisognerà, a suo luogo e tempo. Et per maggior vigore, et forza delli predetti così il presente scritto, sarà firmato, et sottoscritto di nostra propria mano, et suggellato co il nostro suggello in Roma, et nella Santissima Casa di Loreto, o, in qualsivoglia altro luogo rispettivamente, che no si fidi; lo Donato Roncalli ho scritto e sottoscritto, di mia e propria mano, et suggellato co il predetto suggello il presente scritto, questo di 15 di Aprile 1609 in Roma.
- Cristofano Roncalli affermo quanto di sopra questo di 19 aprile 1609 in Loreto. La delicata situazione del fratello Cosimo è documentata anche nei Partiti del Vicariato di Val di Cecina di quegli anni nei quali risulta una precettazione alla Comunità di Pomarance per pagare lire 32 di Alimenti somministrati in carcere a Cosimo Roncalli e per alcune spese fatte per
- Fisco.(23)
Il fallimento di Cosimo Roncalli è rilevabile anche in seguito, quando Michele di Francesco Stibbi comprò una bottega ad uso di Spezieria dal Fisco, come “beni di Cosimo Roncalli”.(24)


Altri documenti conservati presso la Biblioteca Guarnacci di Volterra confermano l’aiuto prestato a Cosimo da Cristofano e Donato con l’impegno di pagamento di altri 600 scudi.
Attorno al 1615 i due fratelli Roncalli, Cristofano e Donato, sono nuovamente iscritti nell’Estimo del Comune di Ripomarance con i beni pervenuti loro da una successiva divisione con gli altri fratelli Roncalli (1612).
Nell’arroto del 1612 nell’Estimo del 1571, alla carta 426 r., sono citati l’illustrissimo Signor Cavaliere Cristofano e Mastro Donato … Fratelli e figli di Gio:Antonio Roncalli …. con i seguenti possedimenti: La metà di una casa in detto Castello con le botteghe alla Porta alla Pieve confinata a 1° via, 2° la Pieve, 3° Forno del Comune stimata lire 310 ….
Una casa in detto Castello in Petriccio a 1° via, 2° Chiasso, 3° Mura Castellane, 4° Forno del Comune …. lire 500
La metà di una casa in detto Castello a 1° via, 2° Simone di Bartolo di Gio D’Acquaviva, 3° Giulio di Cenni di Michele, 4° Detto Giulio Stimato lire 125
Un pezzo di terra vignata et alborata di staia 20 incirca in detta corte luogo detto San Piero, a 1° via, 2° beni dello Spedale di San Piero, 3° Simone di Bastiano Santucci, 4° Via di Sotto, 5° Giacomo di Gio Antonio formaio … stimata lire 750 Un pezzo di terra lavorativa, arborata di staia 20 incirca co una casa in detta corte luogo detto VAL DI DOCCIA o franate di Broticeco et piano della Ascesa a 1 ° via, 2° li medesimi, 3° Pier Francesco P prete, 4 ° beni dello Spedale di San Piero, 5° Broto Cieco, 6° Luigi Min ucci da Volterra, 7° Jacopo di Taviano et erede del Bellezza, 8° Giaco di Gio Antonio Formaio … lire 2300
Un pezzo di terra vignata et soda di staia tre incirca luogo detto Piano della Ascesa a 1° via, 2° Bastiano di Michele Corbolini, 3° Meo di Gio Tangherini, 4° Luigi Mi nuoci di Volterra … lire 60Un pezzo di terra lavorativa ….di staia 14 luogo detto Piano alla Serra co una casetta confinato a 1° via, 2° Podere del Nespolo, 3° Beni di San Piero, 4° Boschetti di Mastro Jacopo Borselli da Volterra, 5° via che va a Micciano stimato…… Inoltre un pezzo di terra al Ponzo, uno a Calcinala, un Podere al Ponzo ed altri beni per un totale di 9619 lire ….(25)

Nel 1616 muore il fratello Donato Roncalli che aveva seguito Cristofano nei lavori degli affreschi di Loreto. Seppellito nella chiesa di Roma a Santo Stefano del Cacco, fu dedicata una lapide alla sua memoria dal fratello Cristofano che lo definì pittore senese.
Notizie della attività artistica di Cristofano Roncalli in Ripomarance, ormai in là con gli anni, non sono a noi conosciute. Certamente il suo legame ancora vivo con Ripomarance indusse lo stesso artista a fare un omaggio alla chiesa di San Giovanni Battista di alcune reliquie di santi. La notizia è documentata da una Bolla del Cardinale “Crescentius” di Roma e conservata nella Canonica della Parrocchia di Pomarance (Foto A) datata 10 ottobre 1617. Insieme alle reliquie egli donò anche il reliquiario dove era raffigurato lo stemma dei Roncalli, citato nel 1913 dal Locatelli Milesi.
Questo documento rileva i suoi amichevoli rapporti con la famiglia dei Crescenzi di Roma, amanti della pittura e delle arti. Essi furono protettori di Cristofano che per alcuni anni fu l’insegnante di pittura dei fratelli del Cardinale che ebbero l’incarico di dipingere affreschi su disegni e cartoni del Pomarancio. L’avvenimento della donazione delle sacre reliquie dei santi fu un avvenimento che coinvolse anche il Comune di Ripomarance che in quell’anno annotava nel libro delle deliberazioni la “Consegna delle Reliquie”:(26)

A di 23 settembre 1617
Ricordo come per Alessandro Pressati, romano, detto dì fu consegnato dal Sig. Cavaliere Cristofano Roncalli … nella Chiesa di Sancto Giovanni Baptista di Ripomaranci le reliquie dette et al reverendo Bartolomeo Talamini pievano di detta chiesa, che tiene il reliqiariotto messo a oro, dentro cui più le reliquie di Santi Aloro, Potente, et Polinare, con più due chiave con ordine che una di esse chiave tenghi il signor pievano protempore, esistente, et una la Comunità dentro una borsetta, … che ciascuna riceve detto sig. pievano, et l’altra la Comunità………………………………………………. alla pre
senza dei sig. Fabio Storrioli et di Buonincontro Incontri, Gio:Batta Pellegrini, et Ferdinando de Roncalli, tutti Priori di detta Comunità ..; et alla presenza di me Cancelliere et…. di S. Maffii et … Fantacci …. sacerdoti in detta Pieve, testimoni,…. per far detto contratto a suo luogo et tempo, et co tutte le sue istantie … et co tutte le memorie che bisognarà….
L’agiatezza economica e l’età avanzata di Cristofano Roncalli, al quale era andato parte del patrimonio di suo fratello Donato, furono in quegli anni motivo di interesse per i suoi nipoti, preoccupati nel contendersi i possibili lasciti che sarebbero loro toccati alla morte del pittore. Nel 1618 infatti è documentata una lettera scritta dal Roncalli al Cardinale Maffeo Barberini nella quale si chiedeva tra l’altro protezione dal Cardinale ad ottenere un rinuncia di 1040 scudi d’oro affinché dopo la sua morte non vi fossero litigi fra i suoi nipoti.
Tale situazione è documentata indirettamente anche in una lettera conservata nell’Archivio privato Biondi Bartolini di Pomarance, e scritta nel 1618 da Francesco Bartolini, da Firenze al fratello Giovanni Clemente Bartolini di Ripomarance. Nel Post Scriptum abbiamo infatti notizia di una tassa sui contratti di Cristofano e un lascito di alcuni scudi che dovevano andare alla sua “donna” (forse la sua compagna od una sua ex modella di Firenze): …il dì 9 di novembre 1618 …
…. Mando a l’Arghtia la licentia dell’arte
dei vaiai, e cuoiai, come vederà, e resta a detta arte creditore di lire tre e
soldi die
ci; et è dilusa in questa lettera; e per /’Alfiere Roncalli gli mandai quella
della gabella dei contratti di Cristofano Roccalli, perciò veda di accomodare
l’altra, perché no Hanno volsuto voltare gli scudi sette che sono pagati alla
donna di Cristofano -(27)
L’attività di Cristofano Roncalli in quegli anni doveva essere assai limitata a causa dell’avanzata età. In un manoscritto del 1621 (Mancini) egli è ricordato a Roma e “.. vive adesso … in sua quiete Christiana e di gentiluomo et in età molto pregressa ….”.
Durante la sua lunga vita ebbe tra i suoi seguaci, allievi molto dotati che si distinsero anche dopo la sua morte; tra questi sicuramente è da ricordare un altro “Pomarancio”, Antonio Cercignani, figlio di Niccolò delle Pomarance (Pomarancio il vecchio), che seguì il maestro Cristofano dopo la morte di suo padre avvenuta nel 1599.(28)
Cristofano Roncalli infatti moriva il 6 maggio 1626 a Roma, seppellito nella chiesa di Santo Stefano del Cacco come il fratello Donato lasciò eredi universali i suoi nipoti Guglielmo ed il pittore Jacopo figli di fu Cosimo Roncalli.
A Guglielmo lasciò tra l’altro tutte le proprietà immobiliari di Roma con tutti i libri latini; a Jacopo, con testamento dell’11 maggio 1626, altre proprietà immobiliari tra cui quelle di Ripomarance come le metà della casa con le botteghe poste in Petriccio “alla Porta alla Pieve” dove attualmente sorge il Palazzo Biondi Bartolini e dove era nato il famoso pittore “manierista” Cristofano Roncalli.(29)
Nel ricordo di questo illustre personaggio il Comune di Pomarance volle nel lontano 1893 acquistare un suo ritratto che fu fin da quel tempo posto nell’ufficio del Sindaco. Detta immagine fu comprata a Recanati presso un libraio antiquario, Luigi Prosperi, come risulta da una delibera del 25 gennaio 1893:
.. Lire 2,50 a favore dell’Esattore Comunale sig. Augusto Fontanelliprezzo di un ritratto del pittore CRISTOFANO RONCALLI, procurato a questa amministrazione dal libraioAntiquario, Luigi Prosperi di Recanati, come da ricevuta annessa al Mandato.
J. Spinelli
NOTE BIBLIOGRAFICHE
- J. Spinelli – “Alla ricerca di un affresco di Cristofano Roncalli” – La Comunità di Pomarance n ° 2/1988 pag. 4. In questa occasione ringrazio vivamente il parroco Don Piero Burlacchini per la sua disponibilità e collaborazione nei miei articoli storici, nonché la signora Luisa Morandini vd. Mazzinghi per gli utili consigli e la revisione dei testi.
- Archivio Storico Comunale di Pomarance F. 633 Saldi c. 59 r.
- Archivio Storico Comunale di Pomarance F c. 14 r.
- Archivio Storico Comunale di Pomarance F 633 c. 57
- Archivio Storico Comunale di Pomarance F. 428 c. 352 Estimo 1571
- Biblioteca Guarnacci Volterra F. 42 B c. 24
- Archivio Storico Comunale di Pomarance F. 6 Partiti del Vicariato.
- Archivio Storico Comunale di Pomarance F. 147 B Civile 1620 – 21 c.225 r.
- Archivio Storico Comunale di Pomarance F. 428 Estimo 1571 c. 426 r.
- Archivio Storico Comunale di Pomarance F.
- c. 22 r.
- Archivio Biondi Bartolini (non classificato). Ringrazio sentitamente il dott. Giovanni e Giulio Biondi Bartolini per la loro disponibilità nel consultare i documenti privati di famiglia ed avermi dato l’opportunità di pubblicare questo documento inedito.
- 3 giugno 1626. Lucrezia Malagotti Vaini, scrive al Cardinale Rivarola raccomandandogli Antonio Cercignani detto Pomarancio, perché gli sia affidato l’incarico di portare a termine un dipinto per San Pietro, lasciato incompiuto da Cristofano Roncalli a causa della morte. Ileana Sono Chiappini “Cristofano Roncalli detto Pomarancio ’ ’ Edizione a cura della Cassa di Risparmio di Bergamo.
- J. Spinelli. ”11 Palazzo Biondi Bartolini a Pomarance” – La Comunità di Pomarance n° 2/1990.
La suddetta relazione sul fabbricato, già dei Roncalli, mi fu commissionata dalla famiglia Biondi Bartoliniper documentare l’interesse storico artistico del Palazzo. Con personale sodisfazione questo studio è stato inviato, corredato da foto, al Ministero dei Beni culturali di Roma ed alla Sovrintendenza ai Monumenti di Pisa.
Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.