SCULTORE
LUIGI BONUCCI è uno scultore pomarancino che ha lasciato nella sua città numerose testimonianze della sua attività.
A Pomarance per onor del vero, vi ritornò in tarda età, dopo aver percorso il suo itinerario stilistico in Firenze ove ottenne premi e riconoscimenti anche importanti.
Il BONUCCI è uno scultore semplice nel linguaggio tipicamente ottocentesco come dimostrano i busti, i ritratti dei personaggi con le uniformi decorate e con gli enormi baffi che decoravano i volti di allora.
Sconosciute al grande pubblico le piccole sculture di chiara ispirazione naturalistica come i pastori con greggi, gli animali solitari, costituiscono gli esempi più belli nel panorama scultorio del BONUCCI. Anche il Re se ne accorse acquistando un gruppo nel lontano 1907.
Numerosi i bassorilievi, i medaglioni così diversi nell’impostazione concettuale rispetto ai grandi monumenti rievocativi.
Una Mostra interessante, senz’altro da vedere, un’occasione da non perdere per conoscere una personalità di questa ricca comunità pomarancina.
Renato Frosali
Tra i personaggi più o meno famosi che si sono distinti nelle arti figurative a Pomarance fin dai primi anni del ’900, meritano una rivalutazione la figura e l’opera dello scultore “professionista” Luigi Bonucci.
Appartenuto ad una delle più accreditate e prestigiose generazioni di falegnami mobilieri meglio conosciuti come i “FALUGI”, svolse la propria carriera artistica prevalentemente a Firenze dove, frequentando gli ambienti artistici della città, partecipò a mostre e concorsi nazionali.
Nato a Pomarance il 9 aprile 1871 da Claudio Bonucci, detto il Falugi, e da Maria Bufalini, fu il secondogenito di quattro figli e l’unico che per fare l’artista non intraprese il mestiere del padre.
Gli altri fratelli Carlo, Vittorio e Federigo perseguirono l’attività artigianale di falegnami sino alla metà degli anni ’50. Avviato ben presto alla bottega del “Falugi” e scopertagli una certa predisposizione al disegno ed alle materie artistiche, fu inviato a studiare all’Accademia delle Belle Arti di Firenze dove, per un certo periodo, fu ospitato nella casa fiorentina del Sig. Emilio Bococchi, grande amico di suo padre, e da questi mantenuto agli studi.
Alcuni diverbi con dei professori di Accademia, gli comportarono l’espulsione dalla scuola. Conseguentemente si iscrisse all’istituto Professionale di Belle Arti dove conseguì attestati ed importanti riconoscimenti artistici.
Dalla scarsa documentazione non è stato possibile datare la sua partenza da Pomarance, certo è che nel 1888 era a Firenze. Nel 1889, a soli 17 anni, si innamorò e sposò una certa Galletti Annunziata (vedova Sorri) alla quale rimase legato per tutta la vita. Ella possedeva a Brozzi, in quel di Sesto Fiorentino, un negozio ed una casa dove lo stesso Bonucci impiantò un suo studio artistico di scultura.
Dell’autore sono rimaste soltanto alcune opere in gesso ed altri disegni conservati nella casa paterna dei “Falugi” di Via Mascagni (attualmente degli eredi Zanella). Trattasi per lo più di piccoli bozzetti, bassorilievi in terracotta, studi a matita, ad acquarello ed a china, realizzati tra i primi del 900 e gli ultimi anni del 1950. Alcuni suoi bronzi si possono osservare presso il Monumento dei Caduti, (’Ambulatorio Comunale, nell’ufficio del Sindaco ed anche nella nostra Chiesa Parrocchiale.
Gran parte delle altre sue sculture, disperse chi sa dove dopo il passaggio dell’ultima guerra, furono pubblicate da importanti riviste culturali ed artistiche dell’epoca come l’ARTISTA MODERNO di Torino. In questo periodico, stampato dai primi del ’900 fino al 1926, furono pubblicate fotografie riguardanti alcuni suoi bozzetti esposti nelle più prestigiose gallerie d’arte contemporanea, tra cui quelle di una scultura acquistata in seguito da S. M. il Re d’Italia.
La stessa rivista artistica lo annoverava tra i migliori artisti fiorentini del primo novecento insieme a pittori come Bastianini ed altri. Molte foto dei suoi lavori furono raccolte dallo stesso autore in un catalogo dove sono annotati titoli di varie opere, i relativi premi conseguiti nonché gli anni della loro esposizione.
Dei suoi anni di Accademia sono conservati solo alcuni disegni, studi di figure e di opere architettoniche che denotano la formazione classica di stampo ottocentesco.
Nel 1901 conseguì presso la Scuola di Arti Decorative di Firenze l’attestato e Medaglia di Bronzo come Intagliatore di legno; l’anno successivo ricevette la Medaglia d’Argento come Modellatore, che conseguì anche l’anno dopo (1903).
Nel 1904 partecipò ad un concorso per un Medaglione organizzato dalla Camera di Commercio di Pisa classificandosi al secondo posto. La notizia fu riportata su di un articolo del CORAZZIERE di Volterra nel quale l’autore venne plagiato per aver donato due busti in gesso che adornavano la Sala del Consiglio Direttivo della Società Liberale Monarchica di Pomarance: …un nostro socio e compaesano, il giovane Luigi Bonucci, allievo della Scuola d’Arte Decorativa di Santa Croce a Firenze, ha modellato ed ha condotti a termine in creta, i due busti, del Be Liberatore e di Vittorio Emanuele III, con raro discernio artistico, e li ha regalati ai consoci come ricordo…Queste due opere attualmente dovrebbero trovarsi nelle soffitte del Palazzo ex Pretura.
Attorno al 1905 ricevette ancora una borsa di studio per un bozzetto, acquistato dal Ministero della Pubblica Istruzione nella Esposizione Annuale di Belle Arti di Firenze, intitolato “Stornelli Toscani”.
Il maggior successo artistico di Luigi Bonucci si ebbe attorno al 1907 quando conseguì un importante riconoscimento artistico del Re d’Italia e contemporaneamente ricevette alcune commissioni di opere commemorative di alcuni personaggi illustri.
Nello stesso anno presentò all’annuale Esposizione Artistica di Firenze un bronzo intitolato “Riposo alla Fonte” che fu acquistato da Sua Maestà il Re d’Italia. La notizia fu riportata da varie riviste artistiche, da giornali nazionali e locali che così si esprimevano: … e noi che abbiamo veduto il lavoro in creta ed in gesso possiamo affermare che tanto il pastore come le sue pecore, sono modellate con sicurezza, con sincerità: è un lavoro riuscito.
È interessante un biglietto della
Società delle Belle Arti indirizzato allo stesso Bonucci per riscuotere i
soldi della sua opera: … La prego passare domani mattina (venerdì) da
questo ufficio per riscuotere i danari per la vendita del suo bronzo a S. M. il
Re d’Italia. Sono all’ufficio dalle 9 alle 11,30 e dalle 2 alle 6 …
In una sua Biografia pubblicata su L’ARTISTA MODERNO di Torino l’anno successivo veniva menzionato come allievo del Prof. Rossi di Firenze e veniva così espresso un giudizio critico sull’autore: “… / suoi bronzi hanno un’efficacia espressiva notevolissima e dimostrano una mano ferma e maestra. Molte furono le mostre che accolsero le sue sculture ed in tutte egli ebbe ammiratori e plausi. Questa rivista ospitò diversi suoi lavori ed è lieta di poterlo annoverare fra i suoi collaboratori più attivi”. Un altro bozzetto di successo fu quello del 1908 intitolato “In bocca al lupo” raffigurante un cacciatore con una muta di cani al guinzaglio acquistato dal Marchese Bartolini Salimbeni. La rivista LO SCULTORE E IL MARMO di Milano descrivendo l’opera asseriva: ‘‘Un solido lavoro di Luigi Bonucci, molto interessante per la fattura corretta e di abbastanza efficacia espressiva, che è una premessa assai lusinghiera per il suo avvenire”
Visti i successi del Bonucci, il Comune di Pomarance, attorno al 1908, commissionò allo scultore stesso il busto commemorativo del Senatore Marco Tabarrini, per essere collocato sull’edificio scolastico a lui dedicato in Via Bardini. Il busto del Tabarrini, attualmente posto nell’ufficio del Sindaco di Pomarance, fu modellato attorno al 1909; nello stesso anno il calco in gesso fu portato alla fonderia fiorentina di Gismondo Vignoli per la fusione in bronzo. Esiste infatti una fattura del 2 ottobre 1909 inviata dal Bonucci al Comune di Pomarance contenente una spesa di lire 499 per essere stato in fonderia a ritoccare il calco in cera prima della fusione.
L’opera fu inaugurata due anni più tardi in occasione della apertura delle scuole maschile e femminile del comune di Pomarance dedicata al grande Senatore Pomarancino.
La scultura in bronzo venne portata a Pomarance il 25 ottobre 1909. Il comune in quella data stanziò a Luigi Bonucci lire 7,80 per alcune spese occorse per l’imballaggio ed il trasporto da Firenze a Pomarance.
Il Corazziere di Volterra del 22 ottobre 1911 (data dell’inaugurazione della scuola) elogiava l’artista dedicandogli un articolo: ‘‘Termino con un caldo elogio all’amico Luigi Bonucci, autore magnifico del Busto, augurandogli una carriera splendida nell’arte cui con amore dedica tutta la sua volontà ed il suo promettente impegno”.
È del 1911 un bassorilievo pubblicato sulla rivista L’Artista Moderno intitolato “Il Progresso” di cui furono fatte anche una serie di cartoline edite da Vittorio e Federigo Bonucci Fotografi. L’opera fu inviata al Concorso Nazionale della Società Internazionale della Pace a Roma e sembra che a causa della guerra Italo Turca l’esposizione non fosse stata allestita. Non potendo essere ritirati dagli autori i lavori rimasero a Roma dove furono acquistati dal Principe Reza che, con la scusa di fare una esposizione a Nizza, li imbarcò trasportandoli in Persia.
Alcuni dei suoi lavori furono acquistati attorno al 1916 dal sig. Emilio Bicocchi ed attualmente si trovano inventariati tra molti altri oggetti nel costituendo Museo Bicocchi di Via Roncalli a Pomarance. Sono due bozzetti in gesso raffiguranti uno un cane da caccia (datato 1914) e l’altro un pastorello ed una capretta intitolato “La preferita”.
Nel 1915 partecipò ad un concorso per un francobollo indetto dalla rivista L’Artista Moderno di Torino.
È del 1917 un bel bozzetto intitolato “In cerca del proprio capezzolo” raffigurante “una scrofa” con i maialini intenti a succhiare.
Dopo la fine della prima guerra mondiale l’autore realizzò diversi modelli di lapidi per commemorare i caduti di quella guerra.
L’era fascista, che prediligeva tutto ciò che riportava al grande impero romano, influenzò certamente il cinquantunenne Luigi Bonucci. I suoi lavori, anche quelli di carattere religioso furono accompagnati da elementi inneggianti il fascismo come ad esempio i Fasci Littori. Questi elementi gli consentirono di lavorare, scolpire ed avere commissioni.
Nel periodo tra il 1922 ed il 1925 realizzò un medaglione raffigurante l’immagine di Mussolini di cui rimane solamente una piccola foto nell’archivio Zanella; dello stesso periodo è anche l’immagine di un Medaglione intitolato Natalis Urbis (Natali di Roma).
In quegli anni scolpi un San Giovanni Battista in terracotta che fu collocato nella pila del Battistero della Chiesa Parrocchiale di Pomarance. Eseguì inoltre una lampada votiva dedicata ai caduti della l° Guerra Mondiale collocata nelTomonima cappella della chiesa Propositura. Datato 1925 è invece un bassorilievo in terracotta collocato sopra la porta della canonica nel quale sono raffigurati al centro il Monogramma di San Bernardino da Siena (IHS) attorniato da un tralcio di frutti sorretto da tre angioletti.
Lo scultore ritornò a Pomarance insieme alla moglie Annunziata il 2 settembre 1927 all’età di 66 anni. Lasciata la casa di Sesto Fiorentino, lo scultore Luigi Bonucci venne incaricato dall’Associazione Combattenti e Reduci di Pomarance di eseguire l’aquila imperiale sopra il Monumento ai Caduti ’15 – ’18 nel parco della Rimembranza e di adornare con tre bassorilievi la parte bassa del monumento stesso. Alcuni modelli di questi sono conservati nella casa paterna ed erano stati ideati con gli stessi simboli dell’era fascista. Questi raffigurano uno scudo effigiato da un elmo della l° Guerra Mondiale, una Croce di Guerra ed un Fascio Littorio. Il tutto contornato da una corona con foglie di alloro e da due spade laterali la cui impugnatura presenta alla sommità la testa di un’aquila. Con la caduta del fascismo lo scudo con il fascio littorio fu asportato mutilando così un’opera che faceva parte della nostra storia.
Attorno al 1929 eseguì alcuni bozzetti per medaglie, nello stesso anno realizzò una serie di Madonne con Bambino in terracotta dipinta di cui alcuni esemplari possono essere visti uno lungo la via di S. Ippolito in un tabernacolo, ed un’altro murato sulla facciata della sua casa paterna di Via Mascagni. Anche in questo bassorilievo sono predominanti gli elementi inneggianti il regime come i fasci littori che avvolgendo il grano fanno quasi da cornice all’immagine sacra. Questa opera è datata 29 ottobre 1929.
L’anno dopo il Podestà di Pomarance lo incaricò di eseguire lo stemma del Comune di Pomarance che attualmente si trova presso l’ufficio Tecnico comunale. Due anni più tardi fu incaricato, sempre dal Comune di Pomarance, di eseguire una medaglia ricordo per la figura del Dottor Cercignani di Pomarance. Due anni dopo il Podestà gli affidò l’esecuzione di un busto alla memoria dello stesso dottore che venne collocato nel vecchio Ospedale di Pomarance. L’opera in bronzo attualmente posta presso [’Ambulatorio Comunale di Pomarance reca la data 1934. Interessanti sono alcuni disegni a china, 1936, nei quali sono disegnati alcuni scorci del vecchio paese come ad esempio i “Casalini”.
Nonostante l’età avanzata continuò a tenersi in esercizio dimostrando doti di grande temperamento artistico aiutando a i suoi fratelli nei loro lavori di intaglio di parti di mobili. Nel 1942 firmò un basso-rilievo raffigurante il battesimo di Cristo con il San Giovanni Battista.
Il passaggio della guerra, la fame, le difficoltà finanziarie costrinsero lo stesso Luigi Bonucci a vendere o regalare molte delle sue sculture o disegni in cambio di generi di prima necessità.
Nonostante le difficoltà di quel periodo e la scomparsa della moglie Annunziata, il settantaseienne Luigi Bonucci continuò a scolpire e modellare. È del dopoguerra lo stemma del Comune di Pomarance scolpito nel tufo e posto sopra la porta dell’edificio comunale, così come è del 1947 un leone in terracotta raffigurante il “Marzocco” (un leone seduto con la zampa sopra uno scudo raffigurante l’Arme del Comune di Pomarance). Sembra che questo fosse stato il modello per sostituire il vecchio Marzocco cinquecentesco distrutto da un carro armato tedesco nell’ultimo conflitto mondiale.
È in mio possesso una delle sue ultime sculture, datata 1949, recuperata in una discarica abusiva nei pressi di Pomarance.
A 78 anni, nel 1950, partecipò ad alcuni concorsi per dei manifesti di arte sacra a Pistoia e a Roma. Un particolare interessante di questi disegni a china è la scritta “RIPA D’ARANCIO” a testimoniare la sua origine pomarancina ed il suo attaccamento al paese d’origine.
Luigi Bonucci morì quattro anni più tardi (28/1/1954) all’età di 83 anni lasciando erede universale sua sorella Luisa Bonucci maritata Pineschi.
Jader Spinelli
Un ringraziamento doveroso per queste ricerche vada airing. Marco Zanella che ha consentito la visione delle opere e dei documenti privati conservati nella propria casa, così come un ringraziamento sincero vada ai Sig. Giovanni Baroni per la disponibilità nel documentare fotograficamente le opere dello scultore Bonucci.
COMUNITÀ MONTANA VAL DI CECINA
ASS. TURISTICA PRO POMARANCE
COMUNE DI POMARANCE
Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.