PROPOSTO DI POMARANCE DURANTE IL PASSAGGIO DELL’ULTIMA GUERRA
Ai ricordi e agli episodi narrati in questa rivista nei precedenti numeri, desideriamo aggiungerne un altro per mettere in dovuto risalto il contributo di un sacerdote vissuto nel nostro paese in quegli anni tristi e dolorosi. Don Luigi Paoli, allora non ancora insignito del titolo di Monsignore, venne infatti nominato Proposto di Pomarance il 16 marzo 1942 e qui rimase fino al 5 luglio 1953 allorché fu trasferito a Cecina. Possiamo affermare con certezza che trascorse in mezzo a noi gli anni centrali e più importanti della sua vita. Don Paoli, infatti, era nato a Fabbrica di Peccioli il 23 agosto 1901. Ordinato sacerdote il 28 giugno 1925, fu nominato prima, Parroco di Castelletto e Frassini (Comune di Chiusdino) il 27 novembre 1926 e, quindi, trasferito nella Parrocchia di Sasso Pisano il 10 dicembre 1927. Successivamente, come detto, venne Proposto a Pomarance nel 1942. Venne in mezzo a noi con una esperienza sacerdotale vissuta in piccole Parrocchie, che perfezionò e maturò prima di essere trasferito a Cecina, la più grande Parrocchia della Diocesi di Volterra. Visse a Pomarance anni difficili, gli anni della guerra e come sacerdote non si tirò mai indietro di fronte alle difficoltà, dando così una grande testimonianza cristiana ‘‘più alta”, ‘‘diversa”, testimonianza che lo portò ad esporsi fino a subirne dolorose conseguenze.
Don Paoli, che usava annotare le cose più importanti nel ‘‘Liber cronicus” della Parrocchia, scrisse il 23 maggio 1943: ‘‘Durante l’ultima Messa vi fu un grande spavento in chiesa perché gli angloamericani effettuarono nel paese il primo atto di guerra con lancio di bombe e furono effettuati mitragliamenti da aereoplani nella zona della Burraia”. ‘‘Il 14 aprile 1944 fu bombardata la polveriera sul greto del fiume Cecina, con danni anche in paese. Quattro vetrate istoriate della Chiesa andarono distrutte”. Gli avvenimenti in quei incalzavano in modo repentino e chiunque era sospettato di antifascismo, veniva perseguitato e arrestato. Numerose persone furono tradotte nel Maschio di Volterra. In questo clima, il Proposto Paoli si dette un gran da fare per aiutare tutte le persone più esposte e per salvarle. Infatti, da alcuni soldati delle SS che erano giunti a Pomarance il 6 giugno 1944 e che erano entrati nella Chiesa, essendo quel giorno domenica, ebbe la confidenza che il giorno seguente ci sarebbe stato un grande rastrellamento in paese, con conseguente deportazione di persone giudicate ostili al regime nazifascista. A seguito di questa rivelazione riservatissima, Don Paoli si dette premura di avvertire nella serata e nella notte, tutti quelli che potevano essere vittime di rappresaglia. Tutti si misero in salvo; non pochi lo fecero nascondendosi anche in Canonica. La mattina seguente, Don Paoli, come era solito fare, celebra la Santa Messa delle ore 7, al termine della quale, ancora rivestito dei paramenti sacerdotali, viene arrestato dal tenente Truchi e dal maresciallo Zannella delle SS Nazifasciste. Condotto da un picchetto di soldati nella casa comunale, fu aggregato ad altri reclusi. In quel posto ebbe luogo una specie di processo con l’accusa di aver detto dall’altare che si deve amare tutti, di aver visitato nel Maschio di Volterra i genitori dei renitenti al servizio militare e di non aver fatto tutto per persuaderli a far presentare i figlioli al servizio militare. Don Paoli fu trattenuto due giorni non senza essere minacciato lui, insieme agli altri, di fucilazione.
La fuga di quelle soldatesche, avvenuta precipitosamente, fu la salvezza. Per questa opera a favore del prossimo e per aver rischiato la vita, il 25 aprile 1970, il Comune di Pomarance gratificò Don Paoli con questo attestato d’onore: ‘‘Il Consiglio Comunale di Pomarance, nel 25° anniversario della Liberazione, memore del contributo prestato per la liberazione del nostro paese dai fascisti e dai nazisti, per la libertà e l’affermazione della democrazia, nella uguaglianza del nostro popolo: 1945-1970”. Momenti difficili per il parroco e per tutto il paese. Di questi avvenimenti è rimasto anche un ricordo nella Chiesa Parrocchiale. Nella navata di destra vi è infatti una grande lapide, scritta in lingua latina, dettata dal Prof. Giovan Battista Bellissima che in quel periodo si trovava sfollato a Pomarance. Infatti il 15 agosto 1944 fu celebrata una grande festa di ringraziamento per lo scampato pericolo della guerra. In Chiesa si riunì tutto il popolo festante e riconoscente a Dio e alla Madonna. In tale lapide leggiamo ‘‘Dalla desolazione quasi generale / retaggio della orrenda guerra Tedesco Anglo Americana / essendo uscita illesa Pomarance / la cittadinanza unanime / annuente il parroco Luigi Paoli / nella solennità dell’Assunta / sciolse con animo grato / il voto fatto nella festività della Madonna del Carmine / della consacrazione delle famiglie / al Sacro Cuore di Gesù / propizio augusto vindice / e questo ricordo poneva / affinché nell’ombra dell’oblio/ non cadesse il favore divino”. Mi è sembrato giusto ricordare anche questa figura di sacerdote, che in quegli anni, come il Buon Pastore, donò la vita per il suo gregge. Ricordarlo e ripresentare il suo esempio di generosa donazione, sia uno stimolo a verificare la qualità di ideali che esprimiamo oggi nella vita sociale ed ecclesiale.
Don Piero Burlacchini
Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.