IL CAPPELLANO DELLE MONACHE

Così veniva chiamato o più semplice- mente ancora “IL CAPPELLANO’’ Don Giuseppe Ongaro, deceduto lunedì 27 giugno 1988 a Chiusaforte. Don Ongaro, nato a Cerea (VR) il 10 mar­zo 1913, interruppe gli studi nel Semina­rio di Verona per prendere parte alla guer­ra in Etiopia, Eritrea e Somalia insieme agli Alpini.

don GIUSEPPE ONGARO.
Foto II Messaggero Veneto

A fine conflitto, entrò nel Se­minario di Volterra insieme ad altri seminaristi veronesi, accolto dal Vescovo Mons. Dante Maria Munerati dove com­pletò gli studi di teologia e dove fu con­sacrato sacerdote il 2 luglio 1939. Fu in­viato subito a Pomarance dove celebrò per la prima volta la S. Messa il 15 ago­sto 1939 essendo allora Proposto a Po­marance il Canonico Carlo Balsini. Da al­lora fino al 1971 è sempre rimasto inin­terrottamente in mezzo a noi esercitan­do la missione di Cappellano delle Mona­che e della Misericordia. Infatti all’inizio fu ospitato nella foresteria delle Suore in­sieme alla mamma Angiolina in Via Se­rafini 5.

Di questo periodo si ricorda che ospitò du­rante il passaggio della guerra un profes­sore di musica, il Professor Granchi, di­plomato di violino, sfollato nel nostro pae­se assieme alla famiglia e che durante la permanenza improvvisò in questa casa la scuola di canto. Sempre in questi anni fu insegnante di Religione presso la prima scuola Superiore, denominata “Regia Scuola Biennale di Corso Professionale a Tipo Industriale” , sita sull’angolo di Via Serafini con Via Garibaldi sopra l’ex am­bulatorio, dove oggi vi sono i Giardinetti. In seguito si trasferì in Via Indipendenza in una casetta di sua proprietà. Don Ongaro, come sacerdote, è stato sempre di­sponibile al dialogo fraterno con tutti. Gli piaceva stare con la gente di Pomaran­ce dove si è sempre trovato bene e dove amava ritornare frequentemente perchè qui trovava gli amici, qui ricordava i mo­menti di serenità trascorsi, qui visitava la tomba della sua mamma al Cimitero. Era venuto tra noi lo scorso anno trattenen­dosi per un mese circa per ristabilirsi do­po una degenza all’ospedale di Gemona e per l’ultima volta tre mesi or sono. Nessuno si sarebbe immaginato che sa­rebbe stata l’ultima.

Pellegrinaggio alla Madonna della Casa. Anno 1942 con i sacerdoti Don Saiusti, Don Paoli e Don Ongaro.

La notizia della sua malattia è giunta im­provvisa come quella della sua morte, provocando in tutti sorpresa e dolore. Per esprimere la partecipazione di tutta la po­polazione di Pomarance e testimoniare la riconoscenza per il bene fatto, il Propo­sto Don Piero Burlacchini, il Governato­re della Misericordia Dell’Omo Augusto, con i signori Spinelli Armando e Iolanda si sono recati a Chiusaforte. I funerali so­no stati solenni. Li ha presieduti Mons. Pietro Brollo, Vescovo Ausiliare di Udine, alla presenza di dodici sacerdoti e di molti fedeli, compresi gli Alpini del Battaglione “Cividale” presso i quali Don Ongaro svolgeva la sua assistenza spirituale.

Il Vescovo, il Parroco, il Sindaco di Chiu­saforte nei loro discorsi hanno messo in risalto una triplice caratteristica di Don Ongaro:

“Era un sacerdote che vestiva di tonaca, che andava sempre in bicicletta e che amava fumare il sigaro’’. Prete semplice ma schieto; parlava poco ma amante del­la cultura e dell’arte; prete che ha condi­viso con la sua gente la povertà ed i di­sagi del terremoto del Friuli e che in que­sti anni lo ha portato a vivere in un alber­go mezzo diroccato.

Così lo hanno ricordato a Chiusaforte, co­sì lo vogliamo ricordare anche noi. La sua salma è stata sepolta nel Cimitero di Chiu­saforte per espresso desiderio di quella Comunità che lo ha voluto fra le sue mon­tagne.

Per noi Pomarancini rimarrà sempre “IL CAPPELLANO”, una figura caratteristi­ca che non vedremo più passeggiare per le nostre strade, fermarsi a parlare per ri­cordare, tra un sigaro e l’altro, episodi vis­suti insieme.

Don Piero Burlacchini

Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.

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