ACQUISTATO LO STORICO IMMOBILE
È stato acquistato dal Comune di Pomarance lo storico Teatro dei Coraggiosi. Così, con questa operazione, i due teatri presenti nel centro urbano (Teatro De Larderei – Teatro dei Coraggiosi) appartengono al patrimonio pubblico. In verità esistevano nel territorio comunale tre organismi teatrali, di cui uno purtroppo non più esistente. Sorti dopo la metà del XIX0 secolo nel Comune di Pomarance, risulta organicamente connessa, come gran parte del rinnovo urbano del capoluogo e dello sviluppo insediativo ed infrastrutturale del territorio, all’affermarsi dello sfruttamento industriale dei “lagoni” e dei “soffioni” del comprensorio boracifero e, con esso, alle fortune imprenditoriali della famiglia De Larderei.
Il primo, in ordine di tempo, di tali teatri, inaugurato 1’8 settembre 1856 con una festa solenne e con un banchetto imbandito a duecento conviviali, venne realizzato nella corte del palazzo padronale di Larderello come vera e propria attrezzatura ricreativa aziendale, prevalentemente destinata alle rappresentazioni sceniche ed alle esecuzioni musicali dei dipendenti dello stabilimento. L’allestimento di questo spazio teatrale, come la progettazione di quasi tutti gli interventi edilizi commissionati da Francesco de Larderei fra il 1845 e la data di morte (1858), va ascritta all’ebanista ed architetto livornese Ferdinando Magagnini. La frequente presenza del versatile operatore al servizio dei De Larderei nel territorio di Pomarance doveva di lì a poco invogliare i membri dell’Accademia dei Coraggiosi ad affidargli l’incarico di redigere il progetto di un nuovo edificio teatrale in sostituzione della sala già esistente nell’abitato. Il nuovo Teatro dei Coraggiosi, verrà inaugurato il 12 ottobre 1862: sotto la lunetta dell’atrio, di fronte a chi entra, figura ancora una epigrafe gratulatoria nei riguardi dell’architetto fatta apporre per la circostanza dagli accademici.
Il fabbricato, che presenta sul fronte stradale una sobria facciatina in pietra tufacea a tre assi di aperture, rileva al suo interno, nella contratta sequenza dei vani che precedono la sala assicurando il necessario sviluppo distributivo per accedere ai diversi ordini di posti, un gustoso contrappunto di effeti spaziali, sottolineato dalla decorazione geometrica delle superaci, che accompagnano il fruitore fino alla soglia dell’invaso teatrale, dall’impianto lievemente a campana, a tre ordini di palchi, sovrastato dalla appena accennata concavità del soffitto dipinto la cui complessa armatura lignea emerge come il dorso di una testuggine nel locale sottotetto. La trasformazione postbellica del teatro in cinematografo ha comportato, assieme al tamponamento del palco di mezzo per adibirlo a cabina di proiezione, il deturpamento del proscenio in conseguenza dell’installazione dello schermo.
Con l’emanazione delle nuove normative in materia di sicurezza, il Teatro dei Coraggiosi venne definitivamente chiuso ed abbandonato perdendo così l’originaria funzione culturale e sociale. Inizia così lo storico declino e l’abbandono totale che avrebbe certamente portato alla definitiva demolizione quale percorso oggetivo che caratterizza la maggioranza dei teatri italiani costruiti tra la fine del settecento e la prima metà dell’ottocento.
Nasce da questa amara constatazione il processo necessario di recupero di queste vecchie strutture e la necessità di progettare una destinazione d’uso coerente con la loro storia e con le esigenze culturali della realtà contemporanea. È proprio attraverso queste sollecitazioni determinate dalle Amministrazioni Locali che nasce il progetto F.I.O., progetto integrato per la tutela monumentale, la ristrutturazione e l’uso infrastrutturale dell’edilizia teatrale in Toscana. Con l’approvazione da parte dello Stato del progetto presentato dalla Regione Toscana per una spesa complessiva di 41 miliardi che consente l’intervento e la ristrutturazione di trenta strutture di proprietà pubblica tra le quali figura il Comune di Pomarance con le due strutture teatrali del Teatro De Larderei e Teatro dei Coraggiosi. Senza l’inserimento nel progetto F.I.O. con l’accesso ai finanziamenti previsti dal piano, sarebbe stato impensabile per il Comune pensare ad una operazione del genere. Ora inizieranno i lavori di progettazione e di recupero nell’ambito della politica della rivalutazione dei centri storici e della loro “vivibilità” secondo un nuovo concetto dell’arredo urbano e come momento di aggregazione sociale onde contrastare i segnali di decadimento culturale in atto in tutti i centri urbani e nelle aree matropolitane. Si tratta insomma di far usufruire ai cittadini che vivono lontani dai centri momenti di vita culturali che sono indispensabili per la tenuta complessiva di un territorio in particolar modo per le zone montane.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
Giuseppe Cruciani Fabozzi – I TEATRI ABBANDONATI – Tip. Casa USHER.
Marco Mayer – I TEATRI ABBANDONATI – Tip. Casa USHER
Paolo Pierazzini – I TEATRI ABBANDONATI – Tip. Casa USHER
Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.