A PROPOSITO DEL PITTORE CERCIGNANI

L’ESTIMO DELLA SUA FAMIGLIA, POSTE E PASSAGGI DI PROPRIETÀ

Tra le più famose personalità che si so­no distinte nel campo artistico a Poma­rance, certamente trova collocazione un pittore vissuto nella seconda metà del cin­quecento: Niccolò Cercignani. Meglio conosciuto con lo pseudonimo “Pomarancio il Vecchio”, per distinguerlo dall’altro “Pomarancio”, Cristofano Ron­calli che la tradizione vuole come suo al­lievo, ebbe i suoi natali nell’antico castello di “Ripomarance tra il 1530 – 1535. La sua famiglia originaria di Cercignano (Col­le vai d’Elsa) si era stabilita in loco dai pri­mi del XVI secolo e risultava possedere diversi beni nella corte di Ripomarance”. Formatosi artisticamente in ambito fioren­tino e collocato in quella corrente pittori­ca denominata “Manierismo” svolse la sua attività artistica prevalentemente nel Lazio e nell’Umbria; in Toscana lavorò so­lo negli ultimi anni della sua vita nella cit­tà di Volterra anche se a Pomarance gli è attribuita una Pala d’Altare conservata nella Chiesa Parrocchiale ed un pregevo­le volumetto di Disegni che è stato ogget­to di una Mostra nel dicembre 1988.

Ben poco sappiamo sulla vita di questo autore antecedentemente alla sua parten­za da Pomarance. Fonti storiche afferma­no che verso il 1564 il Cercignani lasciò Ripomarance per recarsi in Umbria dove si sposò con Teodora Caterucci di Città della Pieve dalla quale ebbe possessi ed alcuni figli tra i quali Antonio che fu abile pittore come il padre. Prendendovi stabi­le dimora il 31 luglio dello stesso anno, nominò procuratore, per alcuni possedi­menti in Pomarance, il notaio Alberto Lu­pivecchi. Infatti nonostante il suo trasfe­rimento in Umbria, il Cercignani risulta­va possedere ancora alcuni beni, già ci­tati da Don Mario Bocci (1), che furono venduti poco prima della sua morte a cer­to Giusto Cheli di Pomarance. Da uno stu­dio accurato sul documento d’estimo con lo stesso Don Mario Bocci, decifrando l’in­tricata grafia del Cancelliere del tempo nelle varie annotazioni dei cambiamenti di proprietà, sono scaturiti nuovi elementi che contribuiscono, se non altro, a fare un po’ di luce sul passato di questo no­stro artista.

Ben poco sappiamo sulla vita di questo autore antecedentemente alla sua parten­za da Pomarance. Fonti storiche afferma­no che verso il 1564 il Cercignani lasciò Ripomarance per recarsi in Umbria dove si sposò con Teodora Caterucci di Città della Pieve dalla quale ebbe possessi ed alcuni figli tra i quali Antonio che fu abile pittore come il padre. Prendendovi stabi­le dimora il 31 luglio dello stesso anno, nominò procuratore, per alcuni possedi­menti in Pomarance, il notaio Alberto Lu­pivecchi. Infatti nonostante il suo trasfe­rimento in Umbria, il Cercignani risulta­va possedere ancora alcuni beni, già ci­tati da Don Mario Bocci (1), che furono venduti poco prima della sua morte a cer­to Giusto Cheli di Pomarance. Da uno stu­dio accurato sul documento d’estimo con lo stesso Don Mario Bocci, decifrando l’in­tricata grafia del Cancelliere del tempo nelle varie annotazioni dei cambiamenti di proprietà, sono scaturiti nuovi elementi che contribuiscono, se non altro, a fare un po’ di luce sul passato di questo no­stro artista.

Nell’Estimo del 1571 (2) è annotato Nic­colò di Antonio Cercignani “dipintor” con gli infrascritti beni:

“Un luogo o vero Podere con casa per il lavoratore con terre lavorative arborate vi­gnate et sode luogo detto il Docciarello a 1° via; 2° Martino di Giovanni di Marti­no, 3° Batista di Giovanni Antonio Pelle­grini, 4° Comune di Ripomaranci et altri confini… tiene a linea dalla Cappella di Sancto Antonio nella Chiesa di San Mi­chele di Volterra… ne paga lire stimato L. 1300. A di Novembre (15)96 levato e po­sto a Simone di Bartolo a carta 275 per averlo compro per me Bastiano Ghetti Cancelliere… etc… paga lire…

Una vigna d’opere cinque incirca in det­ta corte luogo detto Cardeta a 1 ° via, 2° Bernardino di Piero Cheli, 3° Meo di Pie­tro d’Agnolo, 4° Domenico di Marsilio Fantacci stimato L. 100

Tutte queste poste erano sotto la posta del detto Niccolò in questo a 221 e furo­no levate e poste a Batista Corbolini in questo a 54 per permuta feceno fra di lo­ro et hora si ritornano al detto Niccolò per haverli riavuti per me Bastiano Ghetti Cancelliere…

A di 20 di Gennaio 1596 levata questa po­sta e messa a Paulo di Giusto Cheli in questo a 135 per haverla compra rogato Ser Andrea Sorbi per me Bastiano Ghet­ti Cancelliere…

Mentre la proprietà della vigna di Carde­ta risulta pervenutagli in eredità dal pa­dre Antonio, assieme ad una casa posta all’interno di Pomarance, il podere del Docciarello (3) fu acquistato posterior­mente alla sua partenza da Ripomaran­ce, quando cioè si trovava già a Città della Pieve. Infatti da un Estimo del 1544 il pa­dre di Niccolò Cercignani, chiamato An­tonio e suo fratello Pagolo, figli di Nicco­laio di Pagolo (Cercignani) possedevano, oltre a diversi appezzamenti di terreno, anche una casa posta in “Piano” confi­nante con il Cimitero e la Compagnia dei­la Vergine Maria, ed una vigna posta in Cardeta, che furono nella divisione dei due fratelli assegnati ad Antonio. (4) La parte dei beni spettanti a Pagolo fu venduta il 29 maggio 1559 a Giovanni di Damo. (Data che potrebbe indicare la par­tenza della famiglia da Pomarance e quin­di dello stesso Niccolaio per l’Umbria). Questi due possedimenti, cioè la casa in Piano e la vigna di Cardeta (5) sono an­notati anche nell’estimo del 1571 alla car­ta 221 r. in cui è indicato:

Niccolaio di Antonio di Niccolaio Cerci­gnani con i seguenti beni: una casa in det­to Castello alla Pieve a 1 ° via, 2° Gio Pie­ro e Bernardino di Paulo Chaini, 3° Beni della Compagnia di Sancto Giovanni, 4° Beni della Compagnia della Vergine Ma­ria Stimato L. 150

Una vigna di opere cinque incirca in det­ta corte luogo detto Cardeta confinata a

1° via, 2° Bernardino di Piero Cheli, 3° Meo di Piero d’Agnolo, 4° Domenico di Marsilio Fantacci Stimato L. 100

In fondo alla stessa carta è trascritto an­che l’acquisto, da parte del Cercignani, del podere “il Docciarello” il quale risul­ta essere stato comprato da maestro Ulivieri di maestro Giuliano Contugi il 29 aprile 1586. (6)

Podere “Il Docciarello” (1964).

Il 3 luglio 1588 tutte queste proprietà pas­sarono nuovamente, per permuta con lo stesso Niccolò Cercignani, a Batista di Michelagnolo Corbolini il quale cedette la casa, dove forse nacque il pittore, alla Compagnia della Misericordia. (7) Questa casa, nell’estimo di Batista Cor­bolini è segnalata con le medesime confinazioni di cui sopra, ma è indicata spe­cificatamente posta “…in detto castello in Piano alla Pieve…”.

ROMA. S. STEFANO ROTONDO
Deambulatorio.
(Autoritratto di Nicolò?)

Nel 1590 il pittore Niccolò Cercignani tor­nò nella sua terra d’origine per circa un triennio dove dipinse a Volterra alcune pale d’Altare, affreschi e dipinti per le più eminenti famiglie del luogo.

Nel marzo di quell’anno infatti le prorpietà di Docciarello e Cardeta furono nuova­mente permutate dal Corbolini allo stes­so pittore e la sua presenza in Ripomarance è confermata anche qualche tem­po dopo, quando il ‘‘Maestro Niccolò di Antonio Cercignani”, fa da padrino a Mi­chelangelo di Pietropaolo Santucci (8 lu­glio 1580).

Dopo il ritorno definitivo a Città della Pie­ve, nel 1594, dove ricevette la cittadinan­za onoraria, i beni di Pomarance furono venduti a Giusto Cheli nel gennaio 1596 e successivamente acquistati da Simone di Bartolo di Acquaviva. La vendita defi­nitiva delle suddette proprietà coincise da lì a poco, con la morte del grande “Mae­stro” che avvenne nell’ottobre dello stes­so anno.

Jader Spinelli

NOTE:

  • Don Mario Bocci – NOTIZIARIO PAR­ROCCHIALE – 1987
  • Archivio Storico di Pomarance F. 428 C. 226 r.
  • Il nome stesso Docciarello sta ad indi­care una sorgente di acqua potabile di limitata portata usata per uso domesti­co fin dai tempi antichi e che si trovava nei pressi deH’omonimo podere II Doc­ciarello. Questo casolare era ubicato sulla via detta dei Fontini nei pressi del­l’attuale Ambulatorio Comunale sul luo­go dove è stata edificata l’abitazione del sig. Giovanni Rasoini. Nei pressi, un tempo vi era scavata nella roccia tufa­cea, una Ghiacciaia che serviva per mantenere durante l’anno il ghiaccio al- l’Ospedale di Pomarance.
  • Archivio Storico di Pomarance F. 427 c. 190 r.
  • Cardeta è un appezzamento di terre­no nei pressi dei poderi Lucoli e Arbiaia.
  • Archivio Storico di Pomarance F. 428 c. 301 r.

Archivio Storico di Pomarance F. 428 c. 55 r. L’abitazione del Cercignani do­veva essere ubicata vicino all’attuale Battistero in prossimità dell’ex palazzo Burroni dove nacque tra l’altro anche la madre del grande anatomico pomarancino Paolo Mascagni.

Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.

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