Questa Associazione, nel proposito di allargare le iniziative a scopo turistico e con l’intento di richiamare nel nostro paese un numero sempre maggiore di visitatori, ha programmato, nell’occasione della Pasqua 1988, di riproporre per la sera del Venerdì santo la storica processione denominata “PROCESSIONE BELLA”.
Richiesti i dovuti permessi alla Parrocchia ed al Vescovado, si sono presi i contatti con le varie associazioni interessate: la Corale Pomarancina, il Corpo Filarmonico “G. Puccini”, la Confraternita della Misericordia, il Comitato Parrocchiale, l’Associazione Sportiva Amici del Cavallo (A.S.A.C.), i rappresentanti le quattro Contrade per mettere insieme il tutto e far sì che questa manifestazione tradizionale ritorni a vivere.
Questa manifestazione di carattere religioso venne effettuata l’ultima volta quarantanni fa per volere del Proposto Mons. Luigi PAOLI.
Da ricerche intraprese per l’allestimento di tale iniziativa, risulta che venne effettuata per la prima volta nell’anno 1860. La sua preparazione, sotto la guida dell’allora parroco Mons. Ferdinando MARCHETTI, venne curata dai componenti il Consiglio della Confraternita Misericordia e, con l’iniziativa dell’allora Governatore Conte Florestano de Larderei, furono presi a noleggio i costumi presso la Ditta Riccardo MONTAGNI, vestiarista teatrale di Livorno, fornitore di vestiario da comparse e attori (come risulta da nota esistente): ‘‘per la Processione di Gesù Morto, al costume antico romano, si noleggiano n° 16 abiti per cavalleria e n° 12 per l’infanteria”. Da ulteriori documentazioni risulta pure che chi desiderava, tra i componenti la Confraternita, “munturarsi” per tale occasione, doveva prenotarsi e versare la somma di lire 10.
L’importo occorso per questo noleggio sembrò essere gravoso e per la successiva Processione, che come stabilito doveva effettuarsi triennalmente, si ha una delibera di Consiglio firmata dal De Larderei e di cui riportiamo il testo: “Signori, a rendere più decorosa la Processione di Gesù Morto, si è usato da vario tempo raccogliere le oblazioni dai fedeli per procurarne abiti e armature di costume romano. Il nolo però di queste cose medesime, a cui torna conto di acquistare o fare gli uni e gli altri. È in questo intendimento che i sottoscritti deputati aprono la sottoscrizione seguente, dichiarando che gli abiti e armature fatte, restano di assoluta proprietà della Misericordia del nostro paese per servire allo scopo predetto e ad altri usi paesani occorrendo. Così, questa offerta deve compendiare quelle di molti anni, (segue l’elenco con le somme versate).’’
Arrivati alla data del 1863 troviamo molti foglietti con elenchi
vari di stoffe, bottoni, velluti, filo, ecc. così da renderci conto che i
costumi (tutt’oggi esistenti) furono fatti a Pomarance, e ciò lo dimostra una
specie di ricevuta così compilata: n°14 bustini fatti alla Giudea in teletta argento
L. 56,00 al comandante in teletta oro L. 8,00 per tagliatura e infelpatura di
16 manti L.2,00 per 32 nappe per detti manti L. 2,50 Altri documenti dimostrano
l’acquisto di cartone per la costruzione degli elmi romani e di questi, come
anche degli scu
di, sembra esserne esecutore certo Giuseppe RIGHI.
Riguardo al Miserere che veniva cantato processionando, troviamo che fu scritto appositamente, in stile Gregoriano, dal sacerdote MATTEO COFERATI, studiato per quattro voci dispari (miste). La stampa fu a cura e spese del Volterrano Grand’Ufficiale Prof. Carissimo TRAFELI. Quest’anno come dicevo, la nostra Associazione intende far rivivere per una serata la vecchia tradizione, e a tal scopo si è rivolta alle associazioni nominate, le quali hanno già risposto assicurando la loro disponibilità e l’aiuto richiesto.
La PROCESSIONE BELLA, oltre all’impegno di tutte le persone che si disponevano processionando in varie vesti, consisteva anche negli addobbi particolari che venivano usati per tale ricorrenza. Per ampliare in qualche modo la flebile luce dei rari lampioni a petrolio posti lungo le vie del paese, venivano collocati alle finestre delle abitazioni, svariati lampioncini di vetro attaccati a delle raggere in ferro e alimentati da olio e stoppino, (la numerosità dei lampioncini era in parte dovuta all’annata delle olive e conseguentemente alla produzione olearia). Partecipava all’illuminazione tutta la cittadinanza ma in maggior parte, a motivo delle possibilità, erano numerosi nella Via Roncalli (detta Via dei Signori poiché vi erano i palazzi di tutti i proprietari terrieri). Questa illuminazione comportava molto lavoro di preparazione e l’installazione dei lampioni aveva inizio almeno una settimana prima per dar modo che fosse tutto pronto per la data stabilita, e si faceva a gara per avere la illuminazione più bella. È curioso citare il numero dei lampioni collocati nella Via Roncalli per renderci conto della paziente opera di preparazione; i dati si riferiscono alla Pasqua del 1879 e sono stati ricavati dal diario del Maestro LESSI di cui se ne riporta il testo: Palazzo de Larderei 272 lampioni 1160 lumi
Palazzo Bicocchi 213 lampioni 1120 lumi Palazzo Ghilli (oggi Ricci) 107 lampioni 580 lumi
Palazzo Baldini (oggi Galli Tassi) 180 lampioni
Complessivamente solo nella Via Roncalli si aveva una luminosità composta da 772 lampioni e da circa 3500 lumi. A questi vanno aggiunti tutti gli altri alle finestre del Palazzo Biondi Bartolini e di cui non se ne fa nome, inoltre il Palazzo Gardini e tutta la Piazza De Larderei compresi i terrazzi presso la Porta Volterrana, che messi tutti insieme destavano la loro suggestione all’ingresso del vecchio Pomarance.
Sappiamo per notizie ricavate che questa manifestazione coinvolgeva in un modo o nell’altro, credenti e non, la maggior parte dei pomarancini che con i costumi dell’epoca doveva rappresentare i vari personaggi.
Sin dai primi giorni dell’anno iniziavano i preparativi, sia per la scelta dei personaggi, sia per la corporatura adatta alla taglia della veste da indossare. Si ricercavano i vari uomini atti ai servizi per le portantine, per il baldacchini, per i mazzieri ed altri scopi.
Venivano effettuate nel campo del Piazzone le prove con i cavalli per abituarli al frastuono della banda ed all’andirivieni della gente. Anche le sembianze delle persone venivano contraffatte da folte barbe che si lasciavano crescere nelle ultime settimane. Tutti erano coinvolti, allo scopo di far riuscire nel miglior modo possibile questa rievocazione e far figura con tanti spettatori che venivano dai paesi limitrofi e da quelli più lontani.
La processione portava questo ordine:
- Aprivano il corteo funebre 2 cavalli (possibilmente bianchi) “IL SILENZIO’’;
- seguiva la Croce spoglia affiancata da due lampioni;
- le insegne della Passione;
- la Banda paesana che suonava marce funebri alternandosi alla Corale;
- un drappello di soldati romani di fanteria;
- il Clero;
- la statua di Gesù Morto, sotto il baldacchino nero, ed ai lati i gendarmi in alta uniforme, ed altri componenti della Misericordia incappucciati in nero, con torcia formata di corde ritorte ed imbevute di resina;
- il gruppo della Corale al canto del Miserere;
- le donne in doppia fila con il sacerdote al centro;
- la statua della Madonna Addolorata affiancata da 8 soldati romani;
- gli uomini in fila doppia;
- otto soldati a cavallo ed al lato l’apposito palafreniere.
A contenere l’ordine e la disciplina della fila vi erano i mazzieri, che specie nei tratti curvosi, mantenevano la retta sfilata dei processionanti. Tutto ciò sfilava in mezzo ad una folta folla che in silenzio assisteva al passaggio per poi accodarsi fino alla Chiesa per la dovuta “baciarella”. La Processione, che come da accordi presi con il Proposto Don Burlacchini seguirà lo stesso ordine di una volta, sfilerà nel seguente itinerario stradale: Partendo dalla Chiesa, per Via Mascagni, Piazza de Larderei, Piazza S.Anna, Via Gramsci, Viale Roma, Via della Libertà, Via della Repubblica, Via Mario Bardini, Via Garibaldi, Via Cercignani, aggirando l’abitazione di Spinelli A., Via Indipendenza, discendendo nuovamente in Via Cercignani, per Via Garibaldi, Piazza S.Anna, Piazza de Larderei, Via Roncalli e risalendo da Via della Costarella si porterà nuovamente in Via Mascagni sino alla Chiesa Parrocchiale.
Dal Parroco Don Piero Burlacchini si ha comunicazione che le consuete oblazioni che i fedeli usano lasciare al momento del bacio alle immagini sacre del Gesù e della Madonna, andranno devolute alla ristrutturazione del Campanile. Vogliamo sperare che questo richiamo sia sentito da tutti, e che sia il Campanile a trarre vantaggi da questa PROCESSIONE BELLA.
Giorgio
NOTE BIBLIOGRAFICHE
Archivio confraternita Misericordia di Pomarance. “RIEVOCAZIONI STORICHE” di Edmondo Mazzinghi, da La Comunità di Pomarance Anno VII! n°3 e 4, Agosto 1975.