Quando nel 1775 il Granduca Pietro Leopoldo fece trasferire tutta la ricca collezione di oggetti naturali dal Palazzo Pitti. dove era la sede dell’Accademia del Cimento, alla nuova sede del Museo di Fisica e Storia Naturale, tra le altre cose fu rinvenuta una Sfera Armillare o, come veniva chiamata anticamente, la Macchina Universale del Mondo. Fu erroneamente attribuita all’astronomo e cosmografo del Granduca Cosimo I de’ Medici Ignazio Danti e l’errore fu causato dal fatto che era stata trovata negli archivi fiorentini la notizia secondo la quale il Granduca, come scriveva lo Spini nel 1570 nell’opera “Annotazioni intorno al trattato dell’Astrolabio del R.P. Ignatio Danti’’ pubblicata a Firenze nello stesso anno, aveva fatto fabbricare al Danti, suo cosmografo, due grandissimi globi “nei quali si vedevano i siti e le forme dell’immagini celesti et la compita et particulare descrizione della Terra’’.

Fu appunto Ferdinando Meucci che notò sulla Sfera l’Arme Medicea inquartata con quella dei Lorena giungendo così alla conclusione che l’opera era databile all’epoca del Granduca Ferdinando I de’ Medici, che era appunto sposato con Cri
stina di Lorena, e quindi posteriore ai globi costruiti dal Danti. Il Meucci, come dice egli stesso nel suo opuscolo sulla Sfera Armillare pubblicato a Firenze il 30 agosto 1876, “io per vero accettava sotto tal nome il mappamondo ed andava ricercando il vero autore della sfera arm illare’’, e frugando nell3archivio Mediceo che si trova nel Palazzo Pitti tra le molte notizie utili riuscì anche a trovare la notizia che tanto attendeva e cioè “che questa sfera era stata costruita da Antonio Santucci delle Pomarance per commissione del G.D. Ferdinando I, e della quale trovai perfino l’importare della spesa occorsa Non avvi pertanto più alcun
dubbio sull’autore di questa grande e ricca sfera armillare della quale fu scritto ancora doversi al cosmografo Matteo Neroni; essa è quella, che come già notavasi, costruì nella Galleria dei Pitti il matematico Antonio Santucci dalle Pomarance per ordine di Ferdinando I, del quale egli era già da molti anni cosmografo. Trovasi notato che egli vi pose mano il 4 marzo 1588 e la terminò il 6 maggio 1593, quanto è dire che impiegò 62 mesi nel fabbricarla. ”
La Sfera è costituita da nove sfere concentriche la maggiore delle quali ha un diametro di m. 2,20 e la minore di m. 0,70. Al centro di questa sfera minore (secondo la concezione tolemaica) vi è la Terra che ha un diametro di circa 60 cm. e sulla quale sono disegnati anche territori dei quali, all’epoca, non era ben nota la configurazione. Vi sono poi le sette sfere dei Pianeti posti nel seguente ordine: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno. A queste otto sfere mobili segue la Nona, detta Primo Mobile, che è fissa e porta le calotte polari ed i meridiani in filo di ferro. Da due calotte che portano dipinte al loro interno le Armi Mediceo Lorenesi si dipartono 24 cerchi di legno che, tutti insieme, costituiscono un’altra sfera fissa e forse corrispondono alle 12 “Case” con un significato astrologico. In totale la Sfera Armillare è composta da 82 armille o cerchi a cui possono essere aggiunti altri 8 grandi cerchi che, tagliati a metà, svolgono la funzione di sostegno all’orizzonte quelli inferiori e di coperchio mobile dell’intera macchina quelli superiori.
Tutte le armille sono dorate o dipinte ed intagliate a merli in modo da dividere l’intero cerchio in 360 gradi. I quattro mezzi cerchi che sorreggono l’orizzonte presentano alle loro estremità dei bassorilievi raffiguranti una testina e l’Arme dei Medici intercalate tra loro. Tutta la Sfera nella sua interezza appoggia su di un piedistallo alto circa 85 cm. formato dalla unione di quattro sirene rappresentanti i punti cardinali. Tutto ciò è conforme all’originale, ma si pensa che sia frutto del restauro ottocentesco effettuato da Ferdinando Meucci.

Il movimento della “Macchina Universale del Mondo” era reso possibile da una manovella che permetteva la rotazione di un asse passante attraverso la Terra; date le precarie condizioni odierne della sfera non è possibile farla ruotare.
Il Meucci riuscì anche a trovare, nell’Archivio Mediceo, una perizia dalla quale risultava la spesa sostenuta dal Granduca per la costruzione della Sfera:
Per fabbricare tutti e cerchi grandi e piccoli e graduatili con intaglio a guisa di merli e fattovi alcune linee incavate in detti cerchi e fatto la palla del mondo grande et altre minime giudicano esservi andato n° 1371 opera a giuli 4 il giorno monterebbe a Scudi 522.2
Per mettere d’oro tutta la sfera et il piede similmente ec. ci sia di spesa tanto quanto vale l’oro che ci è andato e per e libri del coridore vè andato Scudi 170.0
Per dipingere più cerchi da rovescio e da ritto graduarli tutti e. cerchi Scudi 60.0 Per dipingere la palla del mondo Scudi 100.0
Per dipingere 7 cerchi dove sono e pianeti et il meridionale l’orizzonte et e tondi che vanno ne’ poli, dipinti di figure et pianeti celesti Scudi 100.0
TOTALE Scudi 1052.2
A questi 1052.2 scudi vanno aggiunti 170 scudi quale importo dei libri d’oro che furono passati al Santucci dal Guardaroba del Granduca. Il costo totale dell’opera è pertanto di scudi 1222.2, costo insignificante in confronto a quello che verrebbe a costare oggi un lavoro di cinque anni in cui si vede l’opera pregevole di pittura e intarsio. Non vi è infatti armilla che non sia intagliata, superficie in cui non vi sia stato dipinto. L’artista infatti ha ornato con le figure ed i segni convenzionali delle costellazioni le otto fasce dello zodiaco, ha indorato e fregiato con segni rossi e turchini tutta la superficie interna dei cerchi.

Questa sfera, che oggi si trova presso l’istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, è una grandiosa rappresentazione dell’antica dottrina tolemaica. Secondo questa teoria la Terra, elemento più pesante ed immobile, era situata al centro dell’universo ed intorno a lei ruotava tutto l’universo. L’Acqua, secondo elemento, era contenuta dalla Terra stessa nelle sue profondità ed il tutto era circondato dall’Aria e dalla Regione del Fuoco. Sopra a questa, uno dopo l’altro, venivano i sette cieli corrispondenti ai Pianeti posti nell’ordine descritto precedentemente. Di seguito a questi vi era l’ottavo cielo o Cielo Stellato.
Quetsi primi otto cieli avevano un loro moto che correva da Ponente a Levante mentre il cielo successivo, il Primo Mobile, andava da Levante a Ponente facendo il suo percorso nello spazio delle 24 ore. Questa spiegazione della teoria Tolemaica seppure incompleta ci serve a far capire come funziona la Sfera Armillare del Santucci. Egli infatti l’aveva costruita in modo talmente preciso e completo che mediante una manovella inserita nell’asse passante per la Terra riusciva a far vedere i movimenti di tutte le armille e quindi dell’intero universo con il passare del tempo che era segnato da una specie di orologio anch’esso inserito nella Macchina. Questa sfera, insieme alle altre opere, rivela una forte ed incisiva sensibilità di artista del Santucci il quale ebbe solo la sfortuna di vedere, negli ultimi anni della sua vita, superate le teorie tolemaiche dalle scoperte di Galileo.
BIBLIOGRAFIA.
- MARIA LUISA RIGHINI BONELLI, “Di alcuni manoscritti inediti di Antonio Santucci delle Ripomarance”, Annali dell’istituto e Museo di Storia della Scienza, III (1978), n. 2, pp. 59 – 67.
- THOMAS B. SETTLE, “Antonio Santucci, his “New tractatus on comets”, and Galileo.”, Monografia n. 7 – NOVITÀ CELESTI E CRISI DEL SAPERE , Ati del Convegno Internazionale di Studi Galileiani a cura di P. Galiuzzi, Supplemento agli ANNALI DELL’ISTITUTO E MUSEO DI STORIA DELLA SCIENZA Anno 1983, Fascicolo 2, pp. 229 – 238.
- F. MEUCCI, La sfera Armillare di Tolomeo costruita da Antonio Santucci, Tipografia del Vocabolario FI (1876).
- Un ringraziamento particolare alla Vice Direttrice ed alla Responsabile del Gabinetto Fotografico dell’istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze Signore Mara MINIATI e Franca PRINCIPE per il loro cortese ed indispensabile aiuto prestatomi nella ricerca del materiale bibliografico e fotografico.
Bongi F.
Articolo tratto da “La Comunità di Pomarance”.